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Ospedale Cardarelli, chiude il reparto di terapia del dolore per malati terminali: è protesta

Lettera a De Luca del consigliere comunale Palumbo: “No alla chiusura”. Cancellato dal piano regionale 2020. Le cure palliative somministrate negli hospice.
A cura di Pierluigi Frattasi
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All'Ospedale Cardarelli di Napoli chiude da questo mese il reparto di Terapia del Dolore e Cure Palliative. Inaugurato nel 1977, era interamente dedicato ad alleviare il dolore degli ammalati gravi e terminali, in particolare quelli affetti da malattie oncologiche. I pazienti terminali, che hanno un'aspettativa di vita tra i 3 e i 6 mesi, senza il reparto del Cardarelli saranno quindi costretti a rivolgersi per le cure palliative presso gli hospice, che in Campania contano solo 15 strutture, di cui una pediatrica, in gran parte private accreditate. Da qui, le proteste di molti pazienti. Una situazione sulla quale è intervenuto anche il consigliere comunale Rosario Palumbo (Cambiamo!): "La chiusura del reparto va scongiurata".

Reparto Cardarelli delle cure palliative cancellato dal piano regionale

Il problema principale per i pazienti, quindi, non riguarda tanto la terapia del dolore, che nel Cardarelli si continuerà a fare in ogni reparto, attraverso la somministrazioni di farmaci e di procedure utili a ridurre il dolore. Ma piuttosto le cure palliative che si fanno ai malati terminali. Le cure palliative si praticano in favore di chi non ha più speranze e non si praticano in ospedali per acuti.

Ma qual è il motivo che ha portato alla soppressione del reparto di Terapia del Dolore e Cure Palliative dell'Ospedale Cardarelli? La decisione del nosocomio napoletano è stata assunta perché la legge prevede che le cure palliative siano somministrate nelle strutture territoriali e non ospedaliere.

Infatti, spiegano fonti del Cardarelli a Fanpage.it, gli hospice sono nelle ASL e non negli ospedali, perché devono avere caratteristiche strutturali ben precise e devono garantire il libero accesso ai familiari che possono stare sempre in compagnia dei pazienti. Secondo motivo: il piano regionale per la gestione del dolore del 2020 non prevede più la presenza di hospice al Cardarelli.

Palumbo (Cambiamo!): "No alla chiusura del reparto"

Il consigliere comunale Rosario Palumbo ha scritto una lettera al presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, al sindaco Gaetano Manfredi e all'assessore alla Salute Vincenzo Santagada, chiedendo di "attivare tutte le iniziative per scongiurare la chiusura del reparto di terapia del dolore dell’ospedale Cardarelli". Palumbo chiede anche di:

attivare un tavolo istituzionale partecipato dalla rete dei comuni del Mezzogiorno, la commissione Europea, la presidenza del Consiglio dei Ministri, gli ordini professionali, le parti coinvolte e la Regione Campania al fine di verificare che il rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni in ambito sanitario nel Mezzogiorno – in particolare a Napoli per la presenza dell’ospedale Cardarelli – non sia sacrificato per favorire spese meno utili rispetto a quella necessaria per tutelare il diritto alla dignità del fine vita ed il diritto all’eguaglianza sociale e per evitare che le famiglie possano essere esposte a speculazioni private per la tutela dei propri cari richiedenti cure di elevata professionalità rientranti nella tipicità dell’offerta del sistema sanitario pubblico.

Petizione online raggiunge 40mila firme

Sulla vicenda è intervenuta anche la consigliera comunale Iris Savastano (Forza Italia), che ha lanciato una petizione online che ha raccolto finora già 40mila firme. Savastano chiede "di revocare la decisione di chiudere il reparto di terapia del dolore dell'ospedale Cardarelli", considerata una "umiliazione per i pazienti terminali. Il più grande ospedale del Mezzogiorno non può ignorare il problema del fine vita".

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