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Orologi Frankenstein: così Rolex, Patek e Audemars rapinati finiscono nel mercato del “secondo polso”

Gli orologi di lusso frutto di furti e rapine possono essere ricettati con vari sistemi: possono arrivare sul mercato dell’usato come “Frankenstein”, di provenienza apparentemente legittima.
A cura di Nico Falco
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Cambia il colore del quadrante e l'orologio non solo sembra pulito, ma il valore è raddoppiato: sembra un gioco di prestigio, in realtà è solo uno dei modi con cui possono essere ricettati gli orologi di lusso, veri e propri gioielli che possono raggiungere anche quotazioni da svariate centinaia di migliaia di euro e sono, di conseguenza, tra gli obiettivi più ambiti degli scippatori, tanto da creare batterie di criminali specializzati proprio in questo settore. Gli esempi non mancano: il turista marocchino rapinato nell'hotel Excelsior di Napoli dell'Audemars Piguet da 80mila euro martedì mattina, quello cinese che tre giorni prima, sabato scorso, si era visto portare via il Patek Philippe da 100mila euro.

Gli orologi di lusso frutto di furti e rapine possono finire all'estero, specialmente quelli di maggiore valore, in contesti dove i soldi contanti sono molti e le domande sono poche, ma esiste anche un grosso mercato nero più o meno locale dove vengono rivenduti interi, in qualche caso senza nemmeno nasconderne la provenienza. E possono finire anche nel mercato del "secondo polso", se relativamente ripuliti (almeno in apparenza); per farlo ci sono stratagemmi che vengono scoperti da un orologiaio esperto o dalla casa madre ma che possono passare senza troppi problemi le verifiche che solitamente effettua un acquirente.

Cosa sono i Frankenstein, orologi di lusso assemblati

Quando l'orologio rubato non viene venduto così com'è, quindi a un collezionista con pochi scrupoli (o a chi ha bisogno di un bene rifugio in cui investire, consapevole che in futuro potrà rivolgersi solo al mercato nero), si entra nel campo dei "Frankenstein" o "Frankenwatch", orologi realizzati mettendo insieme parti di diversi esemplari.

È una pratica di per sé lecita, utilizzata, per esempio, per riparare o restaurare orologi usando anche parti originali, o anche per costruire modelli che non corrispondono ad uno già prodotto. Diventa una truffa quando l'orologio così ottenuto viene spacciato per interamente originale e quindi ad un prezzo ben più alto di quello che avrebbe uno assemblato, il cui valore collezionistico, inevitabilmente, crolla. Ed è, naturalmente, illegale quando viene realizzato con parti rubate.

Orologi ripuliti con le casse comprate su Internet

È un po' come quando auto e moto rubate vengono usate per "ricostruire" veicoli, il meccanismo è lo stesso: si usa un telaio originale, di provenienza legittima, sul quale vengono montati i pezzi. Anche in questo caso la casa madre potrà verificarlo, mentre da un semplice controllo, basato sui numeri identificativi, non verrà fuori nulla.

Per gli orologi serve una cassa originale, su cui è inciso il numero di serie (unico per ogni esemplare) e quello di referenza (che identifica anno e modello). Non è troppo difficile: sulle principali piattaforme di vendita online se ne trovano a poche centinaia di euro, talvolta accompagnate dalla garanzia. Recuperata la cassa di provenienza legittima, l'orologio viene ricostruito usando i pezzi di quello rubato e se ne ottiene uno completo e con componenti tutti originali, con maggiori opportunità di rivenderlo e ad un prezzo maggiore.

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La truffa del cambio di colore

Ci sono poi dei casi specifici in cui il cambio di alcune parti può far salire nettamente il valore dell'orologio. Si tratta sempre di sistemi che non passerebbero controlli approfonditi, ma che possono raggirare i meno avveduti o chi decide di fermarsi alle verifiche di base e di non ricorrere a quelle (a pagamento) delle case madri.

Un esempio può essere quello del Rolex Submariner con quadrante verde: conosciuto come "Hulk", può arrivare a costare 15mila euro e oltre. Molto più del modello estremamente simile ma con quadrante nero, che si trova, sempre nel mercato del "secondo polso", anche a 7/8mila euro, quasi la metà. Le differenze principali tra queste due versioni sono nel colore della lunetta e, naturalmente, del quadrante.

Un esemplare di provenienza lecita con quadrante nero (o anche soltanto la cassa) può essere usato per "ripulirne" uno rubato con quadrante verde, sostituendo i pezzi differenti; in questo modo, partendo da un orologio rivendibile a 8mila euro, se ne ottiene uno da 15mila che sembra di provenienza lecita. Un occhio esperto si accorgerà della truffa (e la referenza non corrisponderà) ma il "Frankenstein" può facilmente ingannare chi non è abbastanza addentrato nel mondo degli orologi o chi si limiterà a chiedere un controllo del numero seriale nelle banche dati per accertarsi che non sia rubato e vedrà che non è inserito in nessuna black list.

I cloni e i supercloni degli orologi di lusso

Rientrano in un'altra casistica, infine, le truffe effettuate coi cloni, ovvero repliche che possono essere di varia fattura e arrivare a costare anche diverse centinaia di euro (come i cosiddetti "supercloni"). Anche in questo caso un orologiaio esperto noterà immediatamente la differenza, ma potrebbe essere molto più difficile farlo per il semplice compratore.

Esteticamente sembrano identici agli originali, ma basta osservarli bene, meglio ancora aprirli, per scoprire che si tratta di tutt'altro: dettagli imprecisi o errati, materiali di scarso valore, meccanismi diversi da quelli originali. In linea di massima, l'acquisto di cloni non costituisce reato se per uso personale (ma illecito amministrativo sì), mentre è punibile il venditore (escludendo il falso grossolano, ovvero quello che, per la scarsa fattura, non può trarre in inganno).

Tralasciando i falsi completi spacciati per originali, magari replicando anche referenze e numeri di serie reali, anche cloni e supercloni possono essere usati per "ricostruire" gli orologi di lusso partendo da casse originali, aumentando così ulteriormente il margine di profitto.

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