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Omicidio in pieno giorno a Barra: le indagini su droga e scontri tra clan

Diverse le piste in considerazione per l’omicidio di Salvatore Borriello; il ragazzo era sfuggito a un agguato nel 2021 e pochi giorni dopo era finito in manette per stupefacenti.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Un regolamento di conti per vecchi rancori, ma anche il controllo della vendita di droga: sono diverse le ipotesi al vaglio sull'omicidio di Salvatore Borriello, il 26enne ucciso ieri a Barra, periferia Est di Napoli. Un omicidio che, per la dinamica, pare da inquadrare nel classico agguato di camorra, e avvenuto in pieno giorno e in una zona centrale e trafficata: intorno alle 12 e nei pressi del corso Sirena, la strada principale del quartiere. Le indagini sono in carico alla Squadra Mobile di Napoli, guidata dal primo dirigente Giovanni Leuci e dal vice questore Giovanni Sasso.

L'omicidio in pieno giorno a Barra

Borriello era in via Suor Maria della Passione Beata, traversa perpendicolare del corso Sirena. Ad agire sarebbe stato un solo killer, che si sarebbe avvicinato alla sua automobile e avrebbe sparato diversi colpi di pistola. Quando è arrivato al Pronto Soccorso, il giovane aveva una pallottola nella spalla e una, probabilmente quella che ne ha causato la morte, nell'addome.

L'agguato fallito del 2021

Il 26enne, con precedenti per spaccio di stupefacenti ma non ritenuto legato a gruppi di camorra, era finito nel mirino nel 2021. Un episodio datato 17 aprile e che era stato inizialmente interpretato inizialmente come una stesa, dalle indagini venne invece fuori che si era trattato di un agguato fallito: il commando che aveva aperto il fuoco tra le strade di Barra stava seguendo l'allora 21enne, stava cercando di colpire lui. Invece, una delle pallottole aveva raggiunto una ragazza innocente, finita in ospedale con prognosi di 21 giorni. Per gli inquirenti la batteria di killer faceva parte del clan Aprea, oggi ancora attivo e alleato ai De Micco di Ponticelli.

Gli equilibri criminali a Barra

Il clan Aprea sarebbe anche legato al gruppo Valda, quest'ultimo insediato a Barra e che avrebbe avuto come riferimento Francesco Pio Valda, il giovane detenuto per una condanna per camorra e in attesa della sentenza di appello per l'omicidio di Francesco Pio Maimone, il pizzaiolo 18enne del quartiere Pianura raggiunto al petto da una pallottola vagante agli chalet di Mergellina durante uno scontro tra due gruppi, uno di cui faceva parte il baby boss e l'altro proveniente dal Rione Traiano.

L'arresto per droga dopo l'agguato

Dopo l'agguato fallito, però, e i cui motivi erano da ricercare probabilmente nel traffico di droga, Borriello non aveva abbandonato lo spaccio. Pochi giorni dopo, nel pomeriggio del 23 aprile 2021, Borriello era stato arrestato insieme a un 27enne: bloccati dopo un inseguimento a Barra, erano stati trovati in possesso di 400 euro e 13 dosi di hashish.

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