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Omicidio Orazio De Paola: Gianluca Di Matola condannato a 18 anni

Condannato a 18 anni l’assassino di Orazio De Paola, ucciso lo scorso anno a San Martino Valle Caudina: esclusa la pista della criminalità organizzata.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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La vittima, Orazio De Paola.
La vittima, Orazio De Paola.

Condannato a diciotto anni l'assassino di Orazio De Paola, il 58enne freddato lo scorso anno in strada a San Martino Valle Caudina, in provincia di Avellino. La corte di Assise irpina ha ritenuto responsabile materiale dell'omicidio Gianluca Di Matola, che avrebbe aperto il fuoco contro De Paola per motivi di natura personale e non per questioni legate alla criminalità organizzata: la vittima infatti era pregiudicata e pluricondannata anche per associazione mafiosa, il che fece inizialmente pensare ad un delitto maturato proprio in quell'ambiente. Ipotesi poi che è stata smentita dalle indagini degli inquirenti, che hanno invece seguito altre piste.

Secondo quanto ricostruito, lo scorso 8 settembre la vittima aveva raggiunta l'abitazione di Gianluca Di Matola per chiarire questioni di natura personale. Poi la situazione degenerò, e lo stesso Di Matola avrebbe quindi aperto il fuoco contro De Paola, uccidendolo per poi fuggire in direzione Roma: venne fermato in autostrada dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino e sottoposto a fermo. Dalle indagine è emerso che il movente, come spiegato dalla Procura di Avellino, "non fosse riconducibile a questioni connesse con la criminalità organizzata". E ieri per Di Matola è arrivata la condanna a 18 anni di carcere per omicidio.

La vittima, Orazio De Paola, era ritenuto negli anni Novanta ai vertici del clan Bove-De Paola, una costola del clan Pagnozzi originario di San Giovanni a Teduccio (periferia orientale di Napoli) ma attivo proprio a San Martino Valle Caudina, dove nei 40 anni precedenti aveva controllato gli affari illeciti dell'intera Valle Caudina, con ramificazioni anche a Roma e con rapporti coi Casalesi. Pregiudicato e pluricondannato per associazione mafiosa, la sua morte aveva fatto pensare a motiva di natura criminale: ipotesi che poi, come chiarito dalle indagini, si era rivelata priva di fondamento.

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