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Neonato ustionato a Portici, genitori avevano perso la patria potestà prima del parto

Concetto Bocchetti e Alessandra Terracciano, i genitori del bambino nato 5 giorni fa a Portici (Napoli) e ricoverato per ustioni chimiche, avevano perso la patria potestà sul piccolo lo scorso 10 marzo. Probabilmente, temendo che gli venisse tolto come era accaduto per i precedenti figli, avevano tenuto nascosto il parto ai servizi sociali e non avevano registrato il bimbo all’anagrafe.
A cura di Nico Falco
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Il piccolo Vincenzo, il bimbo nato cinque giorni fa a Portici, non sarebbe rimasto coi genitori, il 46enne Concetto Bocchetti e la 36enne Alessandra Terracciano: la potestà genitoriale era stata sospesa lo scorso 10 marzo, pochi giorni prima del parto. La coppia, già da tempo seguita dai servizi sociali, riteneva che il neonato avrebbe avuto la stessa sorte degli altri due figli, di un anno e mezzo e quattro anni, che erano stati loro tolti pochi mesi fa, e probabilmente per questo motivo hanno scelto di non chiedere aiuto e di non registrare il neonato all'anagrafe.

Ora il bimbo si trova ricoverato in prognosi riservata al Santobono di Napoli con ustioni su varie parti del corpo, i genitori sono entrambi stati arrestati; il padre è nel carcere di Poggioreale, la madre è piantonata nella Psichiatria dell'Ospedale del Mare. La storia era emersa il 16 marzo, quando Bocchetti aveva chiamato il 118. Il piccolo presentava delle ustioni chimiche, probabilmente causate da disinfettanti inappropriati usati sulla pelle dopo la nascita, e il taglio del cordone ombelicale, praticato in ambiente inadeguato e da mani non esperte, lo aveva esposto a pericolose infezioni; ricoverato al Santobono, è stato operato d'urgenza ed è tuttora in Terapia Intensiva, prognosi riservata.

I due stavano insieme da circa 6 anni, si erano di recente trasferiti a Portici da Napoli. Entrambi avevano avuto dei figli da precedenti relazioni, che erano stati affidati all'altro genitore dall'autorità giudiziaria. L'uomo, ex dipendente di una ditta di pulizie che aveva lavorato anche nel Policlinico Federico II di Napoli, ha dei precedenti per maltrattamenti; la donna, che soffre di problemi psichiatrici, ha invece dei precedenti per reati contro il patrimonio.

Il 118 era stato già in casa, indagine su soccorsi

Sulla dinamica dei soccorsi sono ancora in corso accertamenti, affidati ai carabinieri. Risulta infatti che il 118 era già intervenuto in quell'appartamento, proprio nel giorno del parto. Il 12 marzo un'ambulanza aveva raggiunto l'abitazione di via Diaz e aveva trovato la madre e il bambino; in casa c'era ancora la placenta e il cordone ombelicale, il piccolo era appena venuto alla luce. I sanitari avevano proposto il ricovero per entrambi, ma la coppia aveva rifiutato. Il 118 era poi ritornato la seconda volta il 16 marzo ed erano stati ricoverati sia la 36enne sia il neonato. Interrogato dagli inquirenti, Bocchetti è caduto più volte in contraddizione.

(articolo aggiornato il 18 marzo alle 16:00)

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