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Nella piazza di spaccio anche il “rosé”, costa 500 euro al grammo: 2 arresti a Pianura

A Pianura la Polizia ha sequestrato della “cocaina rosa”: la presenza del mix sintetico testimonia l’importanza che ha assunto il quartiere nel narcotraffico.
A cura di Nico Falco
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La cocaina rosa - immagine di repertorio
La cocaina rosa – immagine di repertorio

Il nome più comune, quello con cui viene solitamente indicato, è di "cocaina rosa", anche se della cocaina non ha nulla. E la trattano soltanto spacciatori che possono contare su clienti selezionati: un grammo costa dai 300 ai 500 euro. Il "rosé" è stato rinvenuto ieri dalla Polizia di Stato a Pianura, nella periferia Ovest di Napoli, durante un blitz in una piazza di spaccio nella zona cosiddetta delle case gialle.

Cosa è il "rosé", la "cocaina rosa" trovata a Pianura

Si tratta di una droga sintetica, mix di ketamina e mdma e altre, comparsa nel 2010 in Colombia e che negli ultimi anni si sta diffondendo in tutta Europa; appartenente alla famiglia delle anfetamine, è riconoscibile innanzitutto per il colore, che è quello da cui proviene il nome più comune. Viene chiamata anche "tusi", dalla pronuncia di "two c", due c, richiamano la formula del composto psichedelico 2C-B.

Per via del prezzo molto alto il "rosé" viene venduto soltanto nelle piazze di spaccio più importanti e questo elemento, ritengono gli investigatori, prova il ruolo centrale che ha assunto negli ultimi tempi il quartiere di Pianura nelle rotte del narcotraffico: facilmente raggiungibile dalle altre zone di Napoli è anche a due passi da Marano, dove arrivano i quintali di droga "all'ingrosso" gestiti dai clan maranesi.

Blitz nella piazza di spaccio delle case gialle, due arresti

Il blitz nel pomeriggio di ieri, 14 marzo. Gli agenti del commissariato Pianura hanno fatto irruzione nel seminterrato di un edificio di via San Josemaría Escrivá, dove hanno sorpreso due uomini che stavano controllando un monitor su cui venivano trasmesse le immagini di 13 telecamere di sorveglianza puntate sulla strada pubblica.

Nel corso dell'ispezione sono stati sequestrati 845 euro, trovati addosso ad uno dei due, oltre a 3 bilancini di precisione, 22,5 grammi di sostanza da taglio, due involucri con 3,5 grammi di cocaina, un involucro con circa un grammo di anfetamina, 6 stecche di hashish per 11,2 grammi e materiale per confezionamento, un coltello, forbici, un fornellino da campeggio, due cellulari, due munizioni calibro 7,65 e 42 euro.

In manette sono finiti Emanuele Gaetano, e Vincenzo De Grosso, rispettivamente 27 e 23 anni, entrambi con precedenti di polizia; sono accusati di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti e sono stati denunciati per detenzione abusiva di munizionamento. Il locale è stato sequestrato.  Gaetano è il cugino di Antonio Gaetano, detto "Plasmon" o "Biscotto" il 19enne ritenuto ai vertici del clan Marsicano-Esposito, vittima di un agguato sabato sera davanti agli chalet di Mergellina e attualmente ricoverato in ospedale in gravissime condizioni.

All'esterno dell'edificio gli agenti hanno infine rinvenuto, in un nascondiglio ricavato sotto alcune tegole lungo il muro, una pistola Mauser, risultata provento di furto, con 6 cartucce, e una pistola Browning con 4 cartucce e altre 33 munizioni.

Nel pomeriggio del 13 marzo dei colpi di pistola erano stati esplosi in via Escrivà, nella zona in cui abita Gaetano. Nella circostanza la Polizia, intervenuta sul posto a seguito di segnalazione, aveva appurato che i lunotti di due automobili erano stati spaccati con delle grosse pietre e che sul cofano di uno dei veicoli c'era un foro da proiettile.

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