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“Negli uffici giudiziari personale ridotto del 40% in 10 anni, così si fermano processi e assistenza”

Per rimettere in moto la macchina della giustizia napoletana, secondo Rosanna Ferreri, componente della segreteria di Fp Cgil Napoli, è necessario puntare su assunzioni a tempo indeterminato ed estese a tutti gli uffici. Una necessità per tutelare non soltanto i cittadini, costretti a tempi biblici, ma anche gli stessi lavoratori degli uffici giudiziari.
Intervista a Rosanna Ferreri
Componente della segreteria di Fp Cgil Napoli
A cura di Federica Grieco
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Riduzione del personale, mancate assunzioni e processi di informatizzazione mai avviati: la situazione negli uffici giudiziari di Napoli è preoccupante. A denunciarlo a Fanpage.it è Rosanna Ferreri, componente della segreteria di Fp Cgil Napoli, che racconta della necessità di una riorganizzazione che parta da assunzioni, estese a tutti gli uffici, a tempo indeterminato per cercare di rimettere in moto la macchina della giustizia, che troppo spesso lede i diritti dei cittadini e degli stessi lavoratori. Dipendenti che, come spiega Ferreri, svolgono carichi di lavoro eccessivi, ricoprendo spesso mansioni superiori, ma percependo il salario accessorio solo a distanza di anni. Ed è per questo che mercoledì 13 ottobre, dalle 10 alle 12, Ferreri, assieme agli altri componenti della segreteria napoletana della Funzione Pubblica di Cisl, Carlo Tortora, e della Uil, Pierluigi Di Benedetto, formeranno un presidio con i lavoratori degli uffici giudiziari al nuovo palazzo di Giustizia al centro direzionale di Napoli.

Quali sono i principali problemi che si riscontrano negli uffici giudiziari di Napoli?

Anzitutto carichi di lavoro eccessivi con personale ridotto ormai ai minimi termini e le prospettive rispetto a questa situazione non sono ottimali: a fronte di una riduzione del personale, infatti, si creano degli arretrati. Il governo ha individuato, con i fondi del Pnrr, l’assunzione di personale, tra l’altro a tempo determinato, ma esclusivamente per gli addetti all’ufficio per il processo. Questo non risolve il problema perché, aumentando solo in quell’area il personale, anche nel momento in cui viene smaltito l’arretrato, comporterà molto carico per quello che è il lavoro delle cancellerie, quindi le udienze e le esecuzioni civili e penali, che si moltiplicheranno notevolmente, e questo anche per tutto quello che riguarda le altre attività.

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Possiamo quantificare il fenomeno della carenza del personale?

Negli ultimi 10 anni c'è stata una riduzione del personale intorno al 30-40% rispetto ai fabbisogni. Da quando c’è stato il blocco delle assunzioni il personale si è ridotto notevolmente in tutti gli uffici. Inoltre, la maggior parte del personale ha una media di età intorno ai 55-57 anni. Quindi c’è bisogno di una nuova riorganizzazione in termini di risorse umane in tutti gli uffici e, nello stesso tempo, di un processo di informatizzazione, che manca in questi uffici così come tutte quelle strutture idonee a far lavorare adeguatamente, e quindi anche in maniera più veloce, i dipendenti.

Quali quindi le conseguenze?

Se non abbiamo i cancellieri e il personale addetto non possiamo fare le udienze. Questo significa anche che non si può attivare l'assistenza con gli assistenti sociali per il trattamento di categorie particolari di cittadini che ne hanno bisogno e, inoltre, che non si possono dare risposte in tempi brevi rispetto alle esigenze e alle istanze avviate.

Qual è, secondo lei, la misura più urgente da adottare?

La prima in assoluto è quella dell’assunzione subito. E anche quelle che si stanno cercando di avviare con i fondi del Pnrr vanno fatte in maniera stabile, perché altrimenti non riusciamo nell’intento di una vera riorganizzazione e, tra l’altro, vanno fatte in tutti gli uffici e non in uno esclusivamente.

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