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Napoli, scoperta grande villa romana dell’epoca di Giulio Cesare. Soprintendenza: “Non ha uguali”

Scoperta nel quartiere di Pianura a Napoli una grande Villa Romana del I secolo aC, l’epoca di Giulio Cesare, ma costruita probabilmente su una struttura precedente del III-II secolo. Un grande complesso, con 20 stanze, due grandi cortili con colonnati, terme, cucine e sale ricevimento. Ritrovati anche vasi e monete romane. La villa si trova sulla antica strada che da Neapolis portava ai campi flegrei. La Soprintendenza avvia la richiesta di vincolo: “Complesso di grande rilevanza, senza confronti nel territorio dell’antica Neapolis”.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Scoperta nel quartiere di Pianura a Napoli una grande Villa Romana del I secolo aC, l'epoca di Giulio Cesare, ma costruita probabilmente su una struttura precedente del III-II secolo. Un grande complesso, con 20 stanze, due grandi cortili con colonnati, terme, cucine e sale ricevimento. Si tratta di una tipica Villa rustica romana, collocata sulla strada che dall'antica Neapolis portava ai campi flegrei, con oltre 20 ambienti già scavati dagli archeologi, in alcune parti si sono conservate anche le decorazioni con tessere bianche e disegni geometrici. All'interno sono stati ritrovati dei “dolia”, i grandi vasi che contenevano olio, vino e granaglie. Gli esperti hanno ritrovato anche delle monete romane. Da un denario d'argento del I secolo aC, in particolare, si è avuta conferma della datazione. Secondo gli archeologi si trattava di un unico grande complesso, di cui gran parte potrebbe essere ancora sepolta.

La Soprintendenza: “Senza confronti a Napoli, va vincolata”

La villa è stata scoperta su un terreno privato, ancora scarsamente urbanizzato, in un'area destinata a frutteto a sud di via Montagna Spaccata, all'altezza della strada comunale Masseria Grande, durante i lavori propedeutici per la costruzione di una scuola. Gli scavi archeologici sono stati condotti tra il 2006 e il 2007 e hanno interessato una porzione di 30 metri per 30. Ma “probabilmente – specificano i tecnici – altri ambienti della villa sono ancora sotto terra e il tutto costituiva un unico complesso”. La Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Napoli il 31 agosto ha avviato il procedimento di dichiarazione di interesse archeologico particolarmente importante e nella relazione tecnica sottolinea “la grande rilevanza di questo articolato complesso archeologico, sia per estensione e conservazione, senza confronti nel territorio dell'antica Neapolis, sia per l'alto livello qualitativo e scientifico dei rinvenimenti”.

Le scoperte degli scavi archeologici

“Lo scavo – è scritto nella relazione firmata dal Soprintendente di Napoli, Luigi La Rocca e dal funzionario tecnico incaricato – ha evidenziato la presenza di una grande Villa Rustica Romana posta a un metro di profondità. Sono emersi dell'edificio circa 20 ambienti, tra cui due peristilii – i portici con le colonne che costeggiano i cortili interni della villa – intorno ai quali si organizza il resto della struttura. In particolare nel settore nord si riconosce la pars urbana della villa, in cui è presente anche una zona termale, ambienti di servizio, quali la culina (la cucina romana), e ampi vani di rappresentanza, tra cui forse il tablinum (la sala da ricevimento). Buona parte degli ambienti – prosegue la relazione – conserva ancora porzioni più o meno estese degli originari piani pavimentali in signino, tra cui quello del tablinum reca una decorazione a tessere bianche con motivo a meandro e decorazione centrale a cancellum”.

La villa più antica del III secolo aC

Un altro saggio condotto a sud dello scavo, però, “ha rilevato la presenza di un edificio anteriore di cui si sono conservate alcune strutture in opera a telaio, collocabile in base ai materiali in età medio-repubblicana”. Qui è stato ritrovato “un consistente numero di frammenti di dolia (grandi vasi per contenere olio, vino o granaglie)”, da cui si evincerebbe la sua funzione di villa”. La parte più grande, invece, “è di età tardo-repubblicana sulla base dei piani pavimentali, le tecniche edilizie impiegate e il rinvenimento di un denario di argento databile ai primi anni del I secolo aC. A questa fase sono da riferire gran parte dei setti murari in opus incertum dei peristilii”.

La fornace e le terme

Anteriore a questo impianto è “una fornace rinvenuta nel peristilio occidentale. Le terme si trovano nella parte settentrionale e sono state aggiunte successivamente. Delle terme si conservano il praefurnium e l‘ipocausto”. In età medio-imperiale l'ambulacro est del peristilio occidentale venne diviso in quattro ambienti. Altri interventi avvennero tra il IV e il V secolo dC. La villa è stata probabilmente abbandonata tra il V e il VI secolo dC.

L'antica strada da Neapolis ai campi flegrei

La Villa, secondo la relazione tecnica, sorge in un'area alle pendici del cratere degli Astroni all'interno del Parco delle Colline. Via Montagna Spaccata, secondo la relazione tecnica, ricalca un antico diverticolo della via per colles che doveva collegare l'antica Neapolis all'area flegrea passando per Pianura prima di raccordarsi con la via Consolare Campania. Un percorso molto antico, già in uso in epoca classica, come conferma il posizionamento dei mausolei funerari del Polo Artigianale e della Caserma dei Vigili del Fuoco lungo l'asse. La zona di Masseria Grande prende il nome dall'edificio storico dall'edificio storico di proprietà dei gesuiti visibile nella carta del Duca di Noja, nelle cui vicinanze è stato rinvenuto un vasto e articolato sistema di cisterne di epoca romana, che dovevano riferirsi evidentemente a un complesso piuttosto significativo”.

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