Il farmacista scrive ai ladri dopo il terzo colpo: “Amo Napoli, non mi farete andare via”

Casse vuote e antifurto nebbiogeno, così Giovanni Russo ha beffato i ladri: “Non saranno questi atti vili e meschini a farmi cambiare idea su Napoli o a farmi andare via”.
A cura di Peppe Pace
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Il farmacista Giovanni Russo davanti alla lettera indirizzata ai ladri.
Il farmacista Giovanni Russo davanti alla lettera indirizzata ai ladri.

La saracinesca della farmacia Russo in via Simone Martini al Vomero, quartiere collinare di Napoli, ha una particolarità: è composta da tre tonalità di grigio, tante quanti sono stati i tentativi di furto con scasso che, a pochi mesi di distanza l'uno dall'altro, ne hanno danneggiato le lamelle della serranda, prontamente sostituite senza badare alle differenze di colore, onde consentire la tempestiva riapertura della farmacia, che essendo aperta h24 rappresenta un punto di riferimento per tutti gli abitanti della zona. Dopo il penultimo tentativo di furto, avvenuto a gennaio, il titolare Giovanni Russo aveva scritto ai ladri, servendosi del ledwall della farmacia, avvisandoli che la prossima volta avrebbero trovato le casse vuote.

Così è stato: durante l'ultimo tentativo di furto, avvenuto nella notte tra il 4 e il 5 maggio, i ladri sono stati sorpresi da un antifurto nebbiogeno che li ha disorientati, impedendo loro di arrivare a scassinare le casse, che in ogni caso avrebbero trovato vuote.

La lettera ai malviventi del dottor Russo

Ma se il danno materiale è rimasto circoscritto, quello morale e psicologico è stato più pesante, tanto da spingere Russo a rivolgersi nuovamente ai ladri. Nella lettera, pubblicata sul solito ledwall e poi rimbalzata sui social fino a diventare virale, c'è un passaggio molto significativo: "Io amo Napoli e non sarete voi, con questi atti vili e meschini, a farmi cambiare idea o peggio ancora ad indurmi a lasciare la professione che amo".

Una riflessione profonda che quasi stona con lo stile e il tono un po' irriverente e goliardico, a tratti comico, con cui Giovanni aveva scritto il resto della lettera indirizzata ai malviventi e che svela le vere ragioni, drammatiche, che lo hanno spinto ad affrontarli a muso duro e senza paura di ritorsioni, quelle ragioni le ha spiegate lui stesso a Fanpage.it: "La mia è una battaglia che conduco anche per conto di chi ha paura di ritorsioni. Io non temo niente perché penso di fare un lavoro onesto e in piena onestà, per cui non accetto assolutamente che vengano altri a distruggermi tutto. Ritengo che sia doveroso, da parte delle istituzioni che cercano comunque di fare quello che possono, di alzare l'asticella dell'attenzione. Perché questo è un fenomeno – conclude Giovanni Russo – che deve essere sicuramente ridimensionato, perché è diventato veramente pericoloso.

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