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Napoli Est, i clan di camorra sui social per rinsaldare alleanze e ostentare il controllo

Raffica di arresti nel clan Rinaldi-Reale-Formicola: oltre alle indagini “tradizionali”, la Procura di Napoli si è affidata anche allo studio dei canali social dove, affiliati e boss, sempre più frequentemente si affidano per ostentare controllo e rinsaldare alleanze, nonché celebrazioni dei legami criminali degli affiliati.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Immagine di repertorio
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Sono 37 gli arresti avvenuti nella mattinata di oggi nella periferia orientale di Napoli: boss, luogotenenti ed affiliati, tutti appartenenti ai clan Rinaldi-Reale-Formicola e Silenzio. Per tutti, i reati sono quelli a vario titolo di associazione a delinquere di stampo mafioso, tentato omicidio, estorsione, detenzione e porto di armi da fuoco. Ma il loro arresto segna anche un nuovo modo di interpretare le indagini da parte delle forze dell'ordine, che oltre alle piste tradizionali hanno utilizzato anche i social network, ormai da tempo un "mezzo di comunicazione" da parte dei clan di camorra.

Raid con armi da guerra, imbracciando kalashnikov, ma anche tatuaggi, ostentazioni di controllo del territorio, alleanze. Molte le piste "lanciate" nel web dagli affiliati e ricostruite dalla Procura di Napoli che è riuscita così a ricostruire legami e appartenenze come neanche nelle banche dati giudiziarie. E così grazie ad un lavoro certosino, incrociato con le indagini "tradizionali" che hanno visti coinvolti anche gli agenti della scientifica, quest'oggi sono scattati gli arresti per 37 persone, 36 delle quali sono state portate in carcere mentre una sola di esse è ricercata perché irreperibile, ma che è anche coinvolto in attività che gli inquirenti seguono con attenzione perché considerate dai clan più "tranquille" e al contempo particolarmente redditizie: il contrabbando di oli minerali, ovvero di gasolio. L'operazione odierna ha così permesso alle forze dell'ordine di dare un duro colpo al cartello criminale nonché, si spera, di riportare un po' di tranquillità in una zona come Napoli Est dove i clan, con tre bombe in quattro giorni, avevano alzato ulteriormente il tiro.

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