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Napoli, donna non vedente e il suo cane alle prese con gli ostacoli della città: camminare è impossibile

Tavolini, motorini e auto sul marciapiede, semafori sonori nuovi non funzionanti. La mancanza di controlli rende la città inaccessibile per una persona cieca o ipovedente.
A cura di Peppe Pace
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Roberta è una cittadina napoletana ed è una persona cieca. Ama passeggiare per la Riviera di Chiaia col suo cane guida Sofia, cui spetta l'ardua missione di riuscire a districarsi tra una marea di ostacoli per offrire di volta in volta alla sua padrona un passaggio sicuro. Dopo aver sistemato una telecamera sulla imbracatura di Sofia, siamo partiti da piazza San Pasquale, trovando subito difficoltà a passare tra i tavolini dei bar, benché fossimo lontani da orari di punta, pause pranzo e aperitivi.

Ben lontani dal garantire i due metri di larghezza riservati al passaggio pedonale, alcuni gestori di bar e ristoranti hanno addirittura invaso con sedie, tavolini, piante e dehors, i percorsi loges realizzati apposta per guidare le persone cieche o ipovedenti. Si tratta di strisce e pannelli in rilievo, una sorta di binario in gomma in cui un cieco può infilare il bastone, sicuro di  poter camminare in sicurezza e con la certezza di ritrovarsi su di un percorso privo di ostacoli.

A Napoli, però, accade l'esatto contrario: al netto degli ostacoli presenti sul percorso, molti di questi pannelli sono stati divelti o si sono parzialmente scollati, trasformandosi in vere e proprie trappole.

Se si ha la fortuna di riuscire a trovare una via d'uscita senza finire in braccio a qualche avventore di bar, l'attraversamento sulla strisce pedonali può rappresentare un'impresa titanica, sia per la massiccia presenza di auto e motorini parcheggiati a ridosso delle pedane (quando non sono parcheggiati direttamente sul marciapiede), sia per l'assenza dei segnali acustici dei semafori sonori, nuovi di zecca ma non funzionanti o disattivati.

Il risultato del nostro piccolo esperimento è un video di denuncia, che restituisce l'immagine di una città poco inclusiva, dove la mancanza pressoché totale di controlli e repressione di condotte illegali come il divieto di sosta o l'occupazione indiscriminata di suolo pubblico, rende impossibile la mobilità di una persona che non ha la vista o è  ipovedente.

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