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Napoli, bar e ristoranti chiusi alle ore 23 da lunedì a giovedì e alle 2 il weekend: il piano movida

Piano per la movida del Comune di Napoli: bar, caffè e ristoranti chiusi alle 23 durante la settimana e alle 2 nel weekend. È la proposta delle Municipalità che ospitano i locali dei by night, emersa nell’incontro con gli assessori Teresa Armato (Commercio) e Antonio De Iesu (Sicurezza). Previsti nuovi incontri con gestori e residenti, prima dell’ordinanza.
A cura di Pierluigi Frattasi
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foto archivio
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A Napoli bar, caffè e ristoranti chiusi alle 23 durante la settimana e alle 2 nel weekend. È questa la proposta delle Municipalità che ospitano i locali dei by night al Comune, emersa nell'incontro con gli assessori Teresa Armato (Commercio) e Antonio De Iesu (Sicurezza), che si è tenuto ieri a Palazzo San Giacomo. Prima di diventare definitivo, però, ci saranno nuovi incontri con i diversi soggetti coinvolti nella movida, compresi i gestori di bar, chalet e ristoranti. Dopodiché il sindaco Gaetano Manfredi potrà emanare un'ordinanza con i nuovi orari.

Il piano anti-movida

Al primo confronto hanno preso parte i presidenti della I Municipalità Chiaia-Posillipo-San Ferdinando, Giovanna Mazzone, della II Avvocata-Montecalvario-San Giuseppe-Porto, Roberto Marino, della IV San Lorenzo-Vicaria-Poggioreale, Maria Caniglia, della V Vomero-Arenella, Clementina Cozzolino, e Carmine Sangiovanni per la X Bagnoli-Fuorigrotta, dove si trovano chalet e discoteche. Nei prossimi giorni è previsto un nuovo incontro con i gestori dei locali e i comitati dei residenti. L'obiettivo è trovare un piano per la movida che possa mettere assieme la domanda di svago e divertimento di giovani e turisti, ma anche scongiurare gli episodi di violenza e le aggressioni, con gli accoltellamenti per futili motivi, e l'abuso di alcol e droghe da parte soprattutto dei giovanissimi.

Metal detector alle stazioni del metrò

Con orari più stringenti sarà anche possibili migliorare i controlli da parte della Polizia Locale, soprattutto sulla vendita degli alcolici ai minori, nonché quelli dell'Asl sulla qualità dei prodotti venduti. Misure che vanno ad aggiungersi a quelle già in atto predisposte dalla Prefettura di Napoli, con i metal detector all'esterno delle stazioni della metro Linea 1, per trovare pistole e coltelli, e i posti di blocco nelle piazze per i controlli su chi guida in stato di ebrezza o sotto effetto di droghe.

Sullo sfondo, il progetto del Comune di delocalizzare la movida anche in altri quartieri per decongestionare il centro storico. L'amministrazione Manfredi pensa in particolare al Centro Direzionale, che di notte si disertifica, diventando anche pericoloso, ad Agnano e al Molo San Vincenzo. Mentre più in là ci si potrebbe spostare anche sul lungomare di San Giovanni. Tra gli altri temi sul tavolo, poi, quello dei dehors, con le modalità di copertura per l'inverno, compatibili con la pandemia del Covid19.

I locali: "Così ci uccidete"

Ma non mancano le proteste. Sulle barricate l'associazione degli esercenti Fipe Confcommercio, tramite il presidente Massimo Di Porzio: "L'obbligo di chiusura alle 23 di bar e ristoranti durante la settimana produrrebbe un disastro per le imprese e per il Turismo, senza risolvere in alcun modo il problema della mala-movida. Chiudere prima i locali non scoraggia i ragazzi dal consumo di alcol per strada e dagli schiamazzi: ci siamo dimenticati che, quando c'era l'obbligo di chiusura alle 22 causa Covid, i giovani si assembravano indisturbati per strada per bere e fare rumore? Chiediamo agli assessori De Iesu ed Armato di riceverci con urgenza: abbiamo proposte precise ed immediatamente realizzabili da sottoporre, compreso un codice di autoregolamentazione per gli esercenti che potrebbe essere di grande aiuto per isolare chi non rispetta le regole. Ma evitiamo assolutamente di farci del male da soli con proposte farebbero solo danno alla città ed a imprese e lavoratori già massacrati dall'emergenza Covid".

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