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Napoli, arrestato il boss Esposito: in fuga da agosto, per la Dia è il capoclan di Bagnoli

La Squadra Mobile di Napoli ha arrestato il boss Massimiliano Esposito, detto lo Scognato, ritenuto a capo del clan di camorra egemone a Bagnoli, area ovest di Napoli, con ramificazione nelle zone limitrofe. Irreperibile da fine luglio, quando si era sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale, è stato scovato all’esterno di un centro commerciale di Casoria insieme alla moglie.
A cura di Nico Falco
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La Squadra Mobile ha arrestato Massimiliano Esposito, 49 anni, detto "lo Scognato", ritenuto a capo del clan di camorra egemone a Bagnoli, nell'area occidentale di Napoli, con ramificazioni anche in altri quartieri della zona flegrea. Era irreperibile da fine luglio, quando si era sottratto agli obblighi della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno. I segugi della Questura di Napoli lo hanno scovato nel pomeriggio di oggi, 10 ottobre: era con la moglie in un'automobile all'esterno di un centro commerciale di Casoria, in provincia di Napoli; nella borsa della donna i poliziotti hanno trovato 7.850 euro in contanti e una patente e una tessera sanitaria false. Scarcerato nel giugno 2019 dopo circa 23 anni di carcere, Esposito era tornato nel suo quartiere: per gli inquirenti non aveva mai interrotto i contatti col territorio e aveva ripreso il comando del suo gruppo criminale, che durante la detenzione, rileva la Dia nel rapporto semestrale Antimafia, era stato guidato dalla moglie.

Ex fedelissimo del boss Domenico D'Ausilio, detto Mimì lo sfregiato, Esposito è considerato un elemento di elevata caratura criminale sebbene dopo la sua scarcerazione avesse apparentemente "rigato dritto". Col suo ritorno nel quartiere era cominciata la fase dei reclutamenti: alcuni pregiudicati, ritenuti legati a un gruppo criminale avversario, erano stati costretti a lasciare le abitazioni e a trasferirsi altrove. Parallelamente altri personaggi in passato legato ai vari clan che avevano imperversato nell'area flegrea erano stati contattati per cercare di riunire sotto un'unica guida i pregiudicati di spessore, in modo da formare un unico clan che, approfittando dei vuoti di potere, potesse estendersi non solo su Bagnoli, ma anche su Agnano, Fuorigrotta e, con l'appoggio del clan Mele, fino a Pianura. Una strategia che avrebbe però portato alla rottura con l'Alleanza di Secondigliano, per contrasti nati in particolare coi Contini a cui erano legati alcuni dei ras che erano stati allontanati dal quartiere e minacciati.

La raccolta del consenso c'era stata anche durante il lockdown: diversi pregiudicati, legati al gruppo Esposito, avevano organizzato una delle raccolte di beneficenza distribuendo buste della spesa e ponendosi come riferimento nel quartiere per chi avesse avuto bisogno. Pochi giorni fa era stato arrestato quello che per gli inquirenti è il braccio destro di Esposito: Yussef Aboumouslim, 28 anni, accusato di avere pretesto insieme ad un altro pregiudicato a sua volta vicino una tangente da 10mila euro un truffatore del quartiere.

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