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Musica troppo alta nel ristorante per matrimoni di Posillipo, la Polizia Locale blocca l’attività

Blitz della Polizia Locale in un noto ristorante per matrimoni a Posillipo. Revocata l’autorizzazione per la vendita di cibo e drink: “Musica troppo alta”
A cura di Pierluigi Frattasi
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Immagine di repertorio
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Musica alta e molesta in un noto ristorante per i matrimoni di Posillipo. Il Comune di Napoli revoca l'autorizzazione alla somministrazione di cibo e bevande. Dopo le proteste dei vicini, Palazzo San Giacomo ha deciso, infatti, di revocare la Scia, con ordinanza del Suap, lo sportello unico per le attività produttive, 192 dell'11 luglio scorso. Il provvedimento è stato notificato dalla Polizia Locale al titolare dell'attività. Stop, quindi, al food&beverage, anche se l'attività formalmente può restare aperta.

Le proteste dei vicini: "Musica troppo alta"

Un contenzioso che andava avanti da diversi mesi, dopo le proteste di alcuni vicini per i rumori, a loro giudizio, troppo alti. La richiesta della Scia per l'avvio dell'attività era arrivata a giugno 2024. Il 28 marzo scorso c'è stata una prima ispezione della polizia locale che ha elevato un verbale "oltre che per attrezzature non conformi all’elenco delle attrezzature sonore anche per mancanza di nulla osta di impatto acustico che di fatto risulta rilasciato in data successiva, e precisamente il 2 aprile 2025". Il 12 maggio viene emessa una ordinanza 144 che dispone "la sospensione temporanea dell'attività di somministrazione" dal 12 giugno all'11 luglio 2025.

Ma la musica alta sarebbe continuata anche dopo, come sottolinea il Suap nell'ordinanza: "Le norme in materie di impatto acustico risultano reiteratamente violate, anche in data successiva alla notifica del provvedimento impugnato del 12.5.2025, in difformità dal nulla – osta, anche con musica dal vivo (verbali del 22, 25, 29 maggio 2025)".

La nuova ordinanza del Comune di Napoli: "Attività sospesa"

Il titolare del locale da ricevimenti fa ricorso amministrativo. Il Tribunale Amministrativo Regionale della Campania di Napoli, Sezione Quinta, però, rigetta la domanda cautelare di annullamento, previa sospensiva dell’ordinanza 144. Da qui, la decisione del Comune di intervenire con una nuova ordinanza, in base al potere dell'amministrazione "di adottare provvedimenti inibitori, sospensivi o interdittivi anche nei confronti di attività avviate mediante SCIA, laddove risulti il venir meno dei presupposti di sicurezza o siano accertate violazioni rilevanti dell’ordine pubblico o delle prescrizioni normative e regolamentari". Con il nuovo provvedimento, anche questo impugnabile al Tar, il Comune ha quindi dichiarato "l'inefficacia giuridica della Scia" e "conseguente divieto di prosecuzione dell’attività". Il Municipio ha anche avvertito che "qualora non venisse osservato il disposto della ordinanza, si procederà alla chiusura coatta dell’esercizio di somministrazione".

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