Morto l’imprenditore Stefano Preziosi: “Aprì ristoranti ai Quartieri Spagnoli, quando tutti li evitavano”

Lutto a Napoli per la morte di Stefano Preziosi, imprenditore napoletano, patròn di ristoranti importanti come la risotteria Valù e l'Hostaria Toledo in vico Lungo Gelso. Quando aprirono, i due ristoranti erano quasi gli unici dei Quartieri Spagnoli, oggi diventato un rione meta di turisti da tutto il mondo, con decine di trattorie e B&B. I funerali si terranno domenica 11 ottobre, presso la chiesa di Santa Maria della Mercede.
"Fu il primo a credere nelle possibilità dei Quartieri Spagnoli – lo ricorda l'avvocata Elena Coccia – quando tutti li evitavano, lui aprì una trattoria, dove si mangiava bene, come a casa, ma se si voleva, anche vini raffinati, pesce freschissimo, carne di prima scelta. Le persone che si recavano da lui trovavano un angolo di Parigi, per gli arredi per i grandi finestroni, per gli alberi che aveva piantato e che crescevano rigogliosi. La sua prima battaglia fu fare chiudere al traffico la via giardinetto e la via lungo gelso".
Il ricordo dell'Aicast: "Addolorati per la perdita"
Preziosi è scomparso all'età di 73 anni dopo una lunga malattia. Era arrivato alla ristorazione quasi per caso, dopo aver lavorato a lungo come caporeparto dei Vigili del fuoco. A lui si deve l'avvio del rilancio dei Quartieri Spagnoli di Napoli, oggi visitati da migliaia di turisti ogni mese. Tantissimi i messaggi di condoglianze che stanno arrivando in questo momento alla famiglia per la grave perdita. "Siamo profondamente addolorati per la perdita del caro amico ristoratore Stefano Preziosi – scrive l'associazione dei commercianti Aicast dei Quartieri Spagnoli – le nostre più sentite condoglianze alla Famiglia".
"Amava i Quartieri Spagnoli, spazzava lui nei vicoli"
E, ancora, Elena Coccia, che negli anni della rinascita dei Quartieri Spagnoli, con Luigi De Magistris sindaco, sedeva in consiglio comunale, ricorda così la figura di Preziosi: "Quante volte l' ho visto nei tempi antichi spazzare di persona, perché lui amava i Quartieri Spagnoli e non sopportava il disordine e lo sporco. Fu un motore per l' amministrazione de Magistris, con le sue richieste, le sue istanze, mai personali, ma sempre improntare al senso di collettività che lo ispirava".