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Novità sulla morte di Mario Paciolla

Morte di Mario Paciolla, il consiglio comunale di Napoli chiede commissione parlamentare di inchiesta

Il consiglio comunale di Napoli approva all’unanimità la richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Mario Paciolla.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Mario Paciolla
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Il consiglio comunale di Napoli approva all'unanimità la richiesta di una commissione parlamentare di inchiesta sulla morte di Mario Paciolla. Il cooperante italiano dell'Onu 33enne, originario del Rione Alto a Napoli, ritrovato senza vita il 15 luglio del 2020 nella sua casa di San Vicente del Caguan in Colombia. Mario lavorava nella missione delle Nazioni Unite che si occupava di monitorare gli accordi di pace tra le forze guerrigliere delle FARC e il governo colombiano.

Oggi, l'assemblea cittadina partenopea ha approvato all’unanimità un ordine del giorno presentato dal consigliere Rosario Andreozzi, per chiedere verità e giustizia per Mario Paciolla e l’apertura di una commissione parlamentare di inchiesta sulla sua morte.

Il consigliere Andreozzi: "Verità e giustizia per Mario Paciolla"

"È un atto dovuto ed importante – spiega Paciolla – perché afferma con forza che Napoli non dimentica e non tollera le menzogne sui suoi figli, ribadendo, senza esitazioni, che su questo non permetteremo a nessuno di voltarsi dall’altra parte. E Mario Paciolla era un figlio di Napoli. Un ragazzo che ha portato la sua coscienza e la sua intelligenza oltre i confini, lavorando per la pace e per i diritti umani, per la giustizia sociale e per i popoli che lottano. Un giovane che credeva nella forza della solidarietà e nella possibilità di cambiare il mondo".

Il 1 luglio scorso, il Tribunale di Roma ha archiviato le indagini sulla morte di Mario Paciolla. Ma sono ancora tantissime le incognite sui suoi ultimi istanti di vita, come dimostrato nell'inchiesta di Fanpage.it. La famiglia di Mario chiede ulteriori approfondimenti. Ed anche il Comune di Napoli si è espresso oggi, in maniera chiara, per sollecitare le istituzioni nazionali a non abbassare le luci su un caso internazionale che ha troppi lati oscuri.

"Mario non si è suicidato – sostiene il consigliere Andreozzi – Le menzogne e le omissioni che hanno tentato di costruire una verità di comodo non possono cancellare la realtà dei fatti. Troppi elementi oscuri, troppe responsabilità taciute, troppi silenzi da parte delle istituzioni che avrebbero dovuto proteggerlo. La sua morte non può restare un mistero archiviato in un fascicolo. Con questo ordine del giorno chiediamo allo Stato di fare la sua parte. Di aprire una commissione parlamentare d’inchiesta vera, libera, capace di guardare in faccia le responsabilità e di restituire a Mario la giustizia che gli spetta. Non si tratta solo di un atto di memoria.È una battaglia politica per la dignità, per la trasparenza, per la verità che deve appartenere a tutti".

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