Novità sulla morte di Mario Paciolla

Archiviato il caso sulla morte di Mario Paciolla, la mamma: “Non ci arrenderemo mai”

In piazza amici, associazioni, partiti e sindacati, dopo la decisione di archiviare il caso sulla morte del cooperante italiano. Il 15 Luglio una manifestazione per rilanciare la lotta per la verità e la giustizia.
A cura di Antonio Musella
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Puntuali, mai stanchi, sempre combattivi. Anche questa volta Anna Motta e Pino Paciolla, i genitori di Mario si sono presentati in piazza come sempre, per reclamare verità e giustizia. Il Tribunale di Roma ha deciso per l'archiviazione dell'indagine sulla morte di Mario, il cooperante italiano morto il 15 luglio 2020 in Colombia, poco prima di partire per far ritorno in Italia.

Una decisione che accoglie la tesi dei pm della Procura, secondo cui Mario si sarebbe suicidato. Eppure le evidenze, molte delle quali mostrate dall'inchiesta di Fanpage.it, sulla insussistenza della tesi del suicidio, sono davvero tante. Dalla dinamica alquanto singolare ricostruita dagli investigatori colombiani ed avvallata da quelli italiani, passando per la perizia medica che ha indicato tracce di lidocaina nel corpo, una frattura dell'osso ioide compatibile con lo strangolamento, e soprattutto gli ultimi 5 giorni di Mario. Da quando in una riunione di lavoro il 9 luglio 2020 si era parlato della morte di un attivista sociale vicino a San Vicente del Caguan, dove operava Mario con il suo team nel monitoraggio degli accordi di pace tra il governo e le Farc, il cooperante italiano ha iniziato ad avere paura ed ha fatto di tutto per tornare in Italia. I genitori di Mario, ed il Comitato Verità e Giustizia per Mario Paciolla, non mollano.

C'è rabbia, ma anche la determinazione di continuare assolutamente la battaglia per arrivare alla verità. Il primo appuntamento sarà il prossimo 15 luglio con una manifestazione in piazza, nel quinto anniversario della morte di Mario.

"Lo dobbiamo a Mario, continuiamo a combattere"

A poche ore dalla decisione del Tribunale di Roma, un primo appuntamento di protesta è stato convocato in serata a Napoli in Piazza Municipio, davanti alla sede del Comune. Assente il Sindaco Gaetano Manfredi, nessun membro della giunta comunale si è fatto vedere, e nemmeno un consigliere comunale ha ritenuto di partecipare. Presenti invece Marco Sarracino, deputato del Partito Democratico, la Cgil con una delegazione della Camera del Lavoro di Napoli, Giuliano Granato di Potere al Popolo, Don Mattia Ferrari di Mediterranea Saving Humans, Libera, Possibile e tante associazioni e comitati cittadini. Circa 200 persone che si sono strette intorno ad Anna e Pino. "E' un'ingiustizia nei confronti di Mario, non c'è altro termine – spiega la mamma Anna – è un'ingiustizia verso la famiglia, ma anche verso tutte le persone che ci seguono. Se loro pensano che Anna Motta e Pino Paciolla si fermano, questo se lo possono scordare. Devono sperare solo che mi viene una malattia, o che mi uccidono, ma noi andremo avanti, se prima prendevo un appuntamento al giorno per far conoscere la storia di Mario, ora ne prenderò due".

C'è tanta rabbia, ma anche tanto affetto e tanta disponibilità a mobilitarsi per tenere aperta la vicenda della morte di Mario Paciolla. Nei prossimi giorni la famiglia ha intenzione di comunicare ulteriori notizie sulle indagini, oltre a quelle già emerse nell'inchiesta di Fanpage.it. Da 5 anni Anna e Pino girano l'Italia, la storia di Mario è stata raccontata e conosciuta in tutto il paese, ed esiste oggi un mondo variegato e trasversale disposto a mobilitarsi. "Si è creata una verità sociale – sottolinea Anna Motta – tutti lo sappiamo, solo qualcun altro si ostina a non volerlo sapere. Può essere che tutti quelli che ci circondano, e credono al fatto che Mario sia stato ucciso, tutti credono a questo ma poi la verità giudiziaria non c'è. Noi andremo fino in fondo, lo dobbiamo a Mario, non accettiamo che oltre al danno ci sia anche la beffa". Anche Pino Paciolla mette in fila alcune delle evidenze che smontano la tesi del suicidio del cooperante italiano: "Ha chiuso il conto bancario, ha restituito gli attrezzi ginnici, ha combattuto con i denti per fare il biglietto aereo per tornare, fino alla mezzanotte ora italiana del 14 luglio, e poi il 15 luglio si sveglia e si uccide? Ma è mai possibile una cosa del genere?".

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"Il governo abbia un guizzo e chieda conto all'Onu"

La solidarietà alla famiglia Paciolla è arrivata dal mondo delle associazioni ma anche dai partiti politici di opposizione. Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi e Sinistra e anche Azione, che ha proposto una commissione parlamentare d'inchiesta. Una pioggia di reazioni contro la decisione del Tribunale di Roma che è arrivata 4 mesi dopo l'udienza del marzo scorso. "Ci aspettiamo un atto dovuto da parte del governo, e che cavolo – attacca la mamma – è mai possibile che in 5 anni l'Onu non si sia mai fatta viva con noi? Ma come è possibile? E chi siamo noi? Noi abbiamo perso un figlio con l'Onu. Ti pare possibile che questi non ci hanno mai convocato una volta, neanche per chiederci scusa". Uno dei sospettati principali indicati dalla famiglia è Christian Thompson, responsabile della sicurezza del team di lavoro di Mario, funzionario Onu, poi promosso e spostato negli uffici di Bogotà dopo la morte di Mario. Fu lui, reo confesso, ad alterare la scena del crimine pulendo tutto con la candeggina, fu sempre lui che smaltì in discarica alcune suppellettili ed oggetti presenti nella casa di Mario, persino due catini pieni di sangue trovati nell'appartamento. Fu sempre Thompson a trovare il cadavere. Agli investigatori disse di aver avuto un appuntamento con Mario alle 9 del mattino per accompagnarlo a Florencia per prendere l'aereo verso l'Italia, ma come dimostrato dall'inchiesta di Fanpage.it, Mario non gli aveva dato alcun appuntamento. Per i funzionari Onu c'è l'immunità diplomatica, e proprio su questo punto si concentrano gli attacchi della famiglia Paciolla. "Io mi auguro un guizzo da parte del governo, un guizzo d'orgoglio, per chiedere conto all'Onu" ci dice la signora Anna. Ad oggi nessun membro del governo di Giorgia Meloni ha mai incontrato i genitori di Mario.

La manifestazione il 15 luglio

Al termine del presidio, i rappresentanti del Comitato Verità e Giustizia per Mario Paciolla, hanno comunicato che il prossimo 15 luglio si terrà una manifestazione in piazza a Napoli per rilanciare la mobilitazione. Il 15 luglio prossimo sarà il quinto anniversario della morte di Mario e come ogni anno la famiglia ed il Comitato si stavano preparando ad organizzare la commemorazione, che ha sempre visto tanti ospiti ed il contributo di amici di Mario provenienti da tutto il mondo. Quest'anno però, dopo la decisione del Tribunale di Roma, si è deciso per una manifestazione, un corteo che partirà alle ore 18:00 da Piazza Municipio per arrivare fino a Piazza Dante. A seguire ci sarà al Parco Ventaglieri, nel quartiere di Montesanto, la commemorazione di Mario, con la proiezione dell'inchiesta di Fanpage.it e gli interventi di esponenti politici e del mondo dell'associazionismo, oltre che degli amici di Mario. Saranno presenti anche diversi artisti che suoneranno per Mario. Sarà un momento di rilancio della mobilitazione. Intanto Anna e Pino non si fermano, il prossimo 3 luglio a Bologna, nel bene confiscato alle mafie Villa Celestino, parleranno di Mario e sarà proiettata l'inchiesta di Fanpage.it, nell'ambito del Fili Festival, promosso da Libera e Labàs.

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