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“Mi hanno rubato lo yacht a Mergellina”, ma era stato pignorato perché non pagato

Una 35enne napoletana, amministratrice di una società di noleggio di grandi imbarcazioni, è stata denunciata per simulazione di reato: aveva denunciato ai carabinieri il furto di uno yacht da 100mila euro, ma i militari hanno scoperto che era stato pignorato dal tribunale perché non era stato pagato il prezzo d’acquisto ai precedenti proprietari.
A cura di Nico Falco
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Repertorio
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Lo yacht era stato rubato, forse nella notte, da qualcuno che l'aveva sganciato dal campo di boe di via Caracciolo e lo aveva portato via, per nasconderlo chissà dove. Almeno è quello che aveva raccontato una 35enne napoletana, amministratrice di una società di noleggio di grandi imbarcazioni, che intorno alle 13 di sabato scorso si era presentata ai carabinieri della stazione di Posillipo. Un danno enorme: quell'imbarcazione che sembrava essersi volatilizzata valeva 100mila euro.

Un furto molto particolare, che ha destato parecchi sospetti nei militari sia per le modalità, sia per l'entità. Non è infatti così facile far sparire nel nulla uno yacht, a meno che dietro non ci sia una organizzazione ben strutturata. La risposta è arrivata in breve tempo, i carabinieri hanno scoperto che dietro quel mistero la realtà era ben diversa. Lo yacht era sì scomparso, effettivamente non era più ormeggiato in quello specchio d'acqua, ma non era stato rubato. Non era stato spostato in un altro porto, in una rimessa o magari dietro una scogliera in attesa di farlo sparire, di rivenderlo. Era stato pignorato, in esecuzione di un provvedimento emesso dal tribunale di Napoli. Il motivo era nei pagamenti: è infatti risultato che la società di noleggio non aveva mai corrisposto il prezzo ai precedenti proprietari. E la donna, hanno appurato i militari, lo sapeva: l'atto le era stato notificato da un ufficiale giudiziario.

Le indagini sono durate poco più di 48 ore, il tempo di effettuare gli accertamenti su quello yacht e scoprire dove era stato portato e perché. A quel punto tutta la storia raccontata dalla 35enne è crollata e la donna, da denunciante, è passata a denunciata: dovrà infatti rispondere di simulazione di reato.

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