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Elezioni amministrative Napoli 2021

Il ballo del Rettore. Manfredi e le garanzie su Napoli: candidato solo se il Comune non rischia il fallimento

Ieri Gaetano Manfredi, ex ministro ed ex rettore, papabile candidato a sindaco di Napoli, con una lettera ha fatto un passo “di lato”, annunciando che con le attuali condizioni economiche della città, sul filo del dissesto finanziario, non se la sente più di offrire la sua disponibilità a Pd e M5S. In realtà si tratta di una mossa per rafforzarsi nel campo progressista e rilanciare la necessità impellente di una legge che salvi l’Amministrazione Comunale da un passivo che supera i 5 miliardi di euro.
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Gaetano Manfredi sapeva del buco di bilancio al Comune di Napoli (5 miliardi di euro) da tempo, così come lo sa chiunque abbia cercato di dare una risposta alla domanda «Luigi De Magistris come ha gestito Napoli in questi 10 anni?».

Dunque Manfredi sapeva e sa e il suo passo indietro di ieri, il «ritiro della disponibilità» a candidarsi a sindaco di Napoli non è altro che un passo di lato. L'ex rettore ed ex ministro si vuole candidare alle Elezioni Amministrative in autunno con la certezza di poter governare senza il rischio di un default finanziario (è una certezza, non un rischio). E sta spingendo su Enrico Letta e su Giuseppe Conte affinché a loro volta muovano le giuste leve nel governo e assicurino quello che non a caso viene definito «SalvaNapoli».

Insomma, la lettera di Gaetano Manfredi di ieri sera più che un «no, grazie» è un «potrei se». Ecco cosa dice:

Al momento la mia disponibilità, in queste condizioni, sarebbe inutile perché non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani. Il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passività superano abbondantemente i 5 miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili. Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltà a erogare i servizi. La macchina amministrativa è povera di personale e competenze indispensabili.

La capacità di spesa corrente è azzerata. Siamo, di fatto, in dissesto. Un dissesto che dovrà essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza è che, in queste condizioni della città, il sindaco diventa un commissario liquidatore.

La richiesta è di un intervento «dell’intero arco istituzionale, da chi deciderà di candidarsi a sindaco per ogni parte politica al centrodestra, al Governo e al Parlamento». Ieri è arrivato subito il sì dell'ex premier e di fatto leader del M5S Conte che su Facebook ha parlato di Napoli e di Manfredi:

La sua denuncia sul dissesto, sui vincoli di bilancio e sulla prospettiva di mera liquidazione che compromettono il futuro del Comune di Napoli, merita una chiara assunzione di responsabilità, da parte di tutte le forze politiche. Il suo richiamo al ‘principio di realtà' nasconde amore per la città e un senso nobile della politica, che non illude i cittadini e prospetta soluzioni concrete.

A conte oggi si assocerà il Partito Democratico e anche l'area campana guidata dal presidente della Regione Vincenzo De Luca cui Manfredi non dispiace. Dalla sortita di ieri l'ex ministro esce rafforzato come papabile candidato.

Resta, tuttavia, il tema delle garanzie economiche: sarà possibile spalmare una tale quantità di debiti così consolidata e articolata? E il sindaco in carica nulla ha da dire sull'argomento, sull'eredità pesante e tragica che lascia, pur convinto di essere stato uno dei migliori amministratori che la storia di Napoli ricordi?

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