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Malore durante lo sciopero della fame per il padre della bimba paralizzata dopo un’operazione

Malore per Eugenio Manzo, il padre della piccola Arianna: la bambina, che 15 anni fa è diventata sorda, ipovedente e tetraplegica in seguito ad un’operazione nella quale sarebbe stato utilizzato un anestetico in dose troppo massiccia, necessita di cure. E l’ospedale Cardarelli, condannato a tre milioni di risarcimento in primo grado, ha chiesto ed ottenuto il congelamento fino alla sentenza definitiva.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Malore per Eugenio Manzo, il padre della piccola Arianna: l'uomo è in sciopero della fame da giovedì scorso, per protestare contro la decisione della corte di Appello di Salerno di bloccare la sentenza di risarcimento ottenuta in primo grado nella vicenda giudiziaria che dura ormai da 15 anni e che ha visto Arianna, all'epoca bimba di pochi mesi, diventare sorda, ipovedente e tetraplegica in seguito ad un'operazione nella quale sarebbe stato utilizzato un anestetico in dose troppo massiccia.

Lo scorso novembre 2019, in primo grado, l'ospedale Cardarelli è stato condannato a risarcire la famiglia della piccola con tre milioni di euro. Ma ha richiesto, ed ottenuto pochi giorni fa, il congelamento del pagamento della cifra, fino al prossimo grado di giudizio. Nel frattempo però Arianna, che oggi ha 15 anni, ha bisogno di cure continue per  il suo status. Il padre Eugenio, già cardiopatico, ha iniziato così giovedì scorso uno sciopero della fame, fino a sentirsi male quest'oggi ed essere portato al pronto soccorso. Prima di questa protesta, genitori e parenti della piccola aveva mantenuto un presidio di protesta davanti al Tribunale di Salerno, poi tolto dopo che un attacco di convulsioni aveva colpito la bambina. E così era iniziato per lui lo sciopero della fame, che quest'oggi ha portato al malore, dopo quattro giorni di resistenza. Il problema però rimane: come spiegato dall'avvocato che segue la famiglia "dopo nove anni di giudizio di primo grado durante i quali i genitori hanno dato fondo a tutte le risorse economiche loro e dei parenti più stretti", il vero problema è che la piccola Arianna "non può più curarsi". E la situazione non accenna a sbloccarsi in nessuna maniera.

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