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Mafie e petroli, Gabriel Garko: “Con Ana Bettz contatti per uno spot, non sapevo sue frequentazioni”

L’attore Gabriel Garko, in una intervista al settimanale Chi, ha raccontato del suo rapporto con Ana Bettz, arrestata in un’inchiesta sul contrabbando di carburanti e accusata di contatti con camorra e ‘ndrangheta. Si erano conosciuti, ha detto, perché avrebbe dovuto girare uno spot pubblicitario per la sua azienda e, se avesse saputo delle sue frequentazioni, avrebbe interrotto ogni contatto.
A cura di Nico Falco
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I contatti tra Gabriel Garko e Ana Bettz, la cantante ed ereditiera accusata di legati con camorra e ‘ndrangheta e al centro di una inchiesta sul contrabbando di carburanti, erano stati limitati a un accordo per girare uno spot pubblicitario, progetto che poi non era andato in porto. A spiegarlo è lo stesso attore romano, che ha specificato che, se fosse stato a conoscenza di quello poi emerso dalle indagini della magistratura, non avrebbe nemmeno intavolato la trattativa.

La vicenda era scoppiata una decina di giorni fa: 75 persone arrestate e sequestro di beni per un miliardo di euro al termine di una indagine su frode fiscale e riciclaggio di prodotti petroliferi che aveva coinvolto le Procure di Napoli, Catanzaro, Roma e Reggio Calabria. Secondo gli inquirenti un perno di quel sistema era proprio Ana Bettz, al secolo Anna Bettozzi, che era stata definita "capo indiscusso dell'organizzazione, la persona più esperta di tutti della materia anche grazie a quanto imparato dal marito, Sergio Di Cesare". Secondo le accuse la Bettozzi aveva risollevato le società del marito defunto grazie ai capitali del clan Moccia di Afragola (Napoli), intessendo poi rapporti anche con gruppi di ‘ndrangheta come la ‘ndrina dei Mancuso.

Nel filone romano di quella maxi inchiesta era saltato fuori il nome di Garko, all'anagrafe Dario Gabriel Oliviero, che non risulta indagato né in alcun modo legato al contrabbando di carburanti. Secondo i magistrati parte del denaro proveniente dall'evasione era stata investita in pubblicità, per realizzare uno spot per la Max Petroli, la società all'epoca amministrata dalla Bettozzi, che in quel periodo aveva cambiato nome e doveva essere rilanciata come Made Petrol Italia Spa. La donna aveva quindi contattato l'attore, concordando un compenso di 250mila euro.

C'era stato però un equivoco sul pagamento: dopo un anticipo di 50mila euro, la Bettozzi aveva fatto preparare un contratto da 200mila euro per saldare il resto, mentre Garko, si evince dalle intercettazioni, voleva che risultassero soltanto 100mila e che gli altri fossero dati in nero. "Cento in nero e cento fatturato, sul contratto va messo solo il fatturato", specifica ad un certo punto Garko. Successivamente l'attore aveva accompagnato la Bettozzi sul red carpet del Festival di Cannes, "a riprova – scrive il gip – della collaborazione commerciale stretta col testimonial".

Ritornando sulla vicenda in una intervista al settimanale "Chi", che verrà pubblicata sul prossimo numero,Garko ha detto che "la signora e io ci siamo conosciuti per motivi professionali qualche anno fa". "Avrei dovuto girare uno spot pubblicitario che, alla fine, non è mai stato realizzato perché il progetto non mi convinceva – ha spiegato – non c'erano i presupposti perché mi accorgessi delle sue frequentazioni e se mai me ne fossi accorto, avrei interrotto ancor prima ogni contatto".

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