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Madonna delle Galline, cosa si festeggia e perché si chiama così la festa che si svolge a Pagani dopo Pasqua

Dal venerdì dopo Pasqua al lunedì successivo, a Pagani, in provincia di Salerno, si festeggia la Madonna delle Galline: una tradizione antica, che mischia spiritualità e laicità. La festa si svolgerà dal 5 all’8 aprile 2024.
A cura di Valerio Papadia
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C'è un evento in Campania che affonda le radici in una tradizione secolare e che mescola sacro e profano, religiosità e laicità, e che ogni anno è atteso e frequentato da migliaia di persone, che arrivano da ogni parte della regione, ma anche da altre località italiane. Stiamo parlando della festa della Madonna delle Galline, evento che si celebra ogni anno a Pagani, nella provincia di Salerno, dal venerdì dopo Pasqua fino al lunedì successivo, per 5 giorni; quest'anno, dunque, le celebrazioni si svolgeranno dal 5 all'8 aprile 2024.

Una festa, quella della Madonna delle Galline, che affonda le radici nel Cinquecento ma che si svolge dal Settecento e che, come si evince dal nome singolare, deve il suo nome proprio ai pennuti, ad alcune galline che permisero di scoprire un'effige della Madonna, ritenuta responsabile di otto miracoli. Oggi, la statua della Madonna viene portata in processione, con offerte di galline e pietanze della tradizione pasquale; ad accompagnare la festa la classica tammurriata.

La storia della Madonna delle Galline: perché si chiama così

La tradizione popolare legata a questa ricorrenza racconta che, in una chiesa di Tramonti, in Costiera Amalfitana, era custodita una tavola in legno raffigurante la Madonna del Carmine. Una notte, la Madonna apparve in sogno al sagrestano, chiedendogli di riferire al parroco di riparare la chiesa, malmessa, altrimenti ci sarebbero state gravi conseguenze. Il parroco, informato dal sagrestano del sogno, prese però la cosa alla leggera: sulla chiesa si abbatté allora un violento temporale, le cui acque trascinarono l'effige della Madonna a valle, facendone perdere le tracce.

Fu soltanto nel Cinquecento che la tavola lignea raffigurante la Madonna del Carmine riapparve: a "trovarla" furono proprio alcune galline, che permisero la sua riscoperta mentre ruzzolavano in un pollaio a Pagani. Fu soltanto circa un secolo più tardi, precisamente nel 1609, che il culto della Madonna delle Galline – nel frattempo appellata anche in questo modo – cominciò a diffondersi: uno storpio, che si era addormentato davanti alla chiesa di San Felice, dove era custodita la tavola lignea, vide la Madonna in sogno, che gli disse di buttare via le stampelle, perché ormai era capace di nuovo di camminare. Risvegliatosi, l'uomo riuscì effettivamente a muoversi di nuovo sulle sue gambe. Secondo tradizione, questo è considerato il primo miracolo della Madonna delle Galline: tra il 1609 e il 1610, altri sette miracoli furono compiuti dalla Madonna delle Galline, dando il via al culto e alla devozione da parte dei fedeli.

Si decise, allora, di costruire una chiesa più grande, che potesse ospitare il numero crescente di fedeli devoti: nel 1615 fu eretto così, a Pagani, il Santuario della Madonna delle Galline, fulcro delle celebrazioni. La festa vera e propria risale però la 1786, quando l'allora vescovo della Diocesi di Nocera, monsignor Benedetto Maria dei Monti Sanfelice, decise di incoronare la Madonna delle Galline per onorarla della sua protezione alla popolazione; la prima incoronazione avvenne l'anno seguente, nel 1787.

Le celebrazioni per la festa della Madonna delle Galline

Dal 1787, dunque, a partire dal venerdì dopo la Pasqua, il rito comincia con l'apertura delle porte del Santuario della Madonna delle Galline e la preparazione della statua di Maria. La domenica successiva, poi, la statua della Madonna delle Galline viene portata in processione per le strade di Pagani, mentre i fedeli offrono, al suo passaggio, soprattutto galline, ma anche pietanze e dolci tipicamente pasquali, come il tortano e la pastiera.

Ad accompagnare non soltanto la processione, ma tutte le celebrazioni della Madonna delle Galline, la tammurriata, ballo popolare tradizionale della Campania, che si conclude all'alba del lunedì, quando i musicanti depongono le tammorre – strumento a percussione tipico di questa danza popolare – ai piedi della statua della Madonna.

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