Lo strano gorgo marino al largo di Napoli, enorme chiazza marrone vicino alla Gaiola

Un gorgo con una macchia marrone sono apparsi al largo di Posillipo in questi giorni. La spiegazione del Csi del Parco Marino Protetto della Gaiola.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Una sorta di gorgo o vortice marino è apparsa al largo di Posillipo, nell'area occidentale di Napoli, in corrispondenza di Cala Badessa, la spiaggetta che si trova tra l'isola di Nisida e il Parco Sommerso protetto della Gaiola. Attorno allo strano gorgo si è formata una enorme macchia marrone, come denuncia CSI Gaiola Onlus, che ha pubblicato il video di quanto accaduto: "In questi giorni – scrive il Centro Studi Interdisciplinare della Gaiola – è stato rilevato un ingente e continuo scarico di liquami sotto costa nei pressi dello scarico di troppo pieno del collettore ASA, in cala Badessa. tra Posillipo e il Parco Sommerso della Gaiola".

L'ipotesi del Centro Studi della Gaiola

Ma cosa avrebbe provocato lo strano e grande gorgo a mare? Secondo gli studiosi, "lo scarico proviene dalle condotte sottomarine, evidentemente lesionate, dell'impianto di Coroglio, che passano sui fondali in quel punto ed è da relazionarsi ai lavori che dal 21 dicembre si stanno eseguendo sull'emissario di Cuma, con il conseguente dirottamento dei liquami cittadini presso gli scarichi a mare che come noto sfociano in piena Zona Speciale di Conservazione Europea ed accanto all'Area Marina Protetta".

Il fenomeno è stato monitorato attentamente in questi giorni dagli studiosi dell'area marina protetta. "Oggi, dopo oltre 8 giorni – aggiunge il Csi – lo scarico sembra chiuso, ma questo episodio fa riemergere ancora una volta in modo allarmante, la problematica relativa alla presenza di tali scarichi all'interno dell'area di maggior pregio ambientale, paesaggistico e culturale dell'intera fascia costiera. Trattasi di un sistema di scarichi di bypass in mare mediante galleria scolmatrice e condotte sottomarine, che servono un'utenza di oltre 200mila abitanti, raccogliendo sia acque nere che acque di dilavamento urbano di un'area di drenaggio di circa 2.100 ettari interessate per oltre tre quarti da intensa urbanizzazione".

La protesta contro il raddoppio dell'impianto fognario

Ma non finisce qui. Chi si occupa da anni della Gaiola, perla del Mediterraneo, ha avviato una battaglia per la salvaguardia del parco marino, dove si trovano specie uniche al mondo, coralli e posidonia. "Nell'ambito delle opere del PRARU Bagnoli-Coroglio – conclude il Csi – piuttosto che rimuovere tali scarichi, come si attendeva da anni, è stato approvato un progetto che mantiene e potenzia gli scarichi nell'area, raddoppiando la portata del collettore ASA, realizzando un secondo scarico di bypass sulla linea di costa accanto a quello già esistente e posizionando una terza condotta sui fondali della ZSC. E' evidente che per quanto si possa ammodernare tecnologicamente il funzionamento dell'impianto, la persistenza di scarichi di tali dimensioni a pochi metri dal confine dell'AMP ed all'interno della Zona Speciale di Conservazione europea, rappresenta una bomba ecologica ad elevatissimo rischio ambientale permanente per la tutela dell'area, anche banalmente in caso di ordinari o straordinari lavori di manutenzione all'impianto o al sistema fognario cittadino come nel caso di specie. Il Principio di Precauzione – conclude il Csi – sancito dall’articolo 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, prevede che la sola ‘probabilità' che un impatto ambientale si verifichi dovrebbe imporre agli stati membri di adottare soluzioni progettuali alternative a scopo precauzionale".

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