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Le mani dei Casalesi su cooperative sociali e comunità per minori: 20 perquisiti dall’Antimafia

La Polizia ha perquisito 20 indagati nell’ambito di una inchiesta sulla gestione di cooperative sociali da parte di persone ritenute legate al clan dei Casalesi.
A cura di Nico Falco
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Venti persone sono state perquisite dalla Polizia nell'ambito di una inchiesta sull'infiltrazione del clan dei Casalesi nelle cooperative sociali del Casertano, tra le quali quelle che gestiscono comunità per minori. Indagine delicatissima, che ha portato nel mirino della Procura della Repubblica di Napoli rappresentanti legali di società, dipendenti e dirigenti comunali, un sindaco e otto società del Terzo Settore attive tra le province di Napoli e Caserta.

Le perquisizioni hanno riguardato non solo le abitazioni, ma anche le società e i computer degli indagati. Tutto passato al setaccio, al fine di ricostruire rapporti, connessioni e collegamenti che potrebbero svelare come, per quanto indirettamente, la camorra casertana abbia messo le mani anche sul Terzo Settore e in un mondo così delicato come quello dei minorenni in affido.

Casalesi e Terzo Settore, perquisiti 20 indagati

Il provvedimento riguarda Pasquale Capriglione, vero dominus delle cooperative sociali del Casertano; tra i perquisiti anche Eufrasia Del Vecchio, sorella del boss Carlino Del Vecchio, affiliato ai Casalesi. Ci sono poi Salvatore Martiello, sindaco di Sparanise (che in seguito alla perquisizione si è autosospeso), l'ex parlamentare di Afragola Vincenzo Nespoli, Luca Borrelli, Gennaro Bortone, Gommaso Capezzuto, Carlo D'Angelo, Rodolfo De Rosa, Orlando Diana, Giulio Fappiano, Sofia Flauto, Ilaria Iorio, Alessandra Iroso, Luigi Lagravanese, Marcella Lancia, Stanislao Natale, Luana Picazio, Maria Giovanna Sparago e Maurizio Zippo. Le accuse vanno, a vario titolo, dal concorso esterno in associazione camorristica a corruzione, falso e turbativa d'asta aggravati dalle finalità mafiose.

Dalle indagini, che mirano a ricostruire gli ultimi 20 anni di gestione del Terzo Settore nel Casertano, è emerso che molti operatori per minori risultano legati alla famiglia Del Vecchio, a sua volta coinvolto in inchieste dell'antimafia sui Casalesi. Da qui, l'ipotesi degli inquirenti: le cooperative, attraverso i Del Vecchio, potrebbero avere costituito uno dei canali di riciclaggio del cartello camorristico, che avrebbe investito i profitti delle attività illecite nelle comunità per recupero dei minori.

Uno scenario paradossale, su cui aveva aperto uno squarcio già Fanpage.it nel 2018 e nel 2019: un gruppo di cooperative sociali faceva capo a familiari di primissimo piano dei Casalesi. In particolare, c'erano rapporti, oltre che con Carlo Del Vecchio, anche con Francesco Schiavone “Cicciariello”, cugino e omonimo del boss chiamato Sandokan e come lui condannato all’ergastolo e detenuto al 41 bis, e con varie persone della famiglia Zagaria. Ed erano proprio quelle cooperative che gestivano le carceri minorili private, ovvero che case di accoglienza che ospitano i giovani detenuti.

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