Lascia la Campania per insegnare in un piccolo paese dell’Alto Adige: “Con me i bambini imparano il napoletano”

"Quando entro in classe i bambini mi chiedono in napoletano ‘maestra oggi c'amma fa'?". Non ci sarebbe nulla di strano se ad accogliere la maestra, la 32enne Alessia Scozzese, con una frase in dialetto fosse una classe di bambini napoletani, ma qui siamo a Lutago, piccolo comune montano della Valle Aurina al confine con l'Austria.
Alessia si è trasferita in Alto Adige da Avellino tre anni fa per insegnare italiano ai piccoli alunni della scuola primaria, dai 6 agli 11 anni, ma tra una lezione e l'altra i bambini stanno acquisendo anche un vocabolario campano: "Penso che tra qualche anno ci sarà una generazione di ragazzi nella Valle Aurina che parlerà un mix di napoletano e avellinese – racconta – Sono curiosissimi e hanno molta voglia di sentirmi parlare delle mie origini e della mia lingua. È un vero scambio culturale sia per loro che per me, una specie di Erasmus 2.0″.
La nuova vita di Alessia: "I bambini mi chiedono di insegnare anche il napoletano"

Accedere all'insegnamento è sempre più difficile, e questo riguarda non solo la scuola secondaria e il liceo, ma anche le scuole primarie dove Alessia è abilitata per insegnare italiano. Così, come molte giovani insegnanti del Sud Italia, ha iniziato a guardare più a Nord: "Ho iniziato con delle supplenze temporanee a Bolzano, poi tre anni fa ho saputo di un un posto disponibile in una scuola di Lutago e da allora sono in Valle Aurina, e non potrei essere più contenta".
Oggi Alessia si divide tra Brunico, in Val Pusteria, dove abita, e la scuola tra le montagne. "Sono arrivata attratta dalle possibilità lavorative – ammette – ma rimango per la qualità della vita molto alta. Inoltre tutto quello che mi circonda è magico: c'è una natura a cui non ero abituata e a volte è come stare in una favola. Spesso quando attraverso le valli e i fiumiciattoli non mi sembra neanche di andare a lavorare".
E poi ci sono i bambini: "Hanno un rapporto molto profondo con la natura e alcuni come animale domestico hanno una capra invece del cane. È un piacere trasmettere parte della mia cultura, oltre a imparare la loro. Quando entro in classe mi chiedono espressamente di insegnare alcune parole in napoletano e lo faccio sempre volentieri. Ci stiamo arricchendo a vicenda".
"Discriminata? Dopo la diffidenza iniziale mi sono sentita subito accolta"
Alessia inizialmente temeva i pregiudizi che da sempre accompagnano i meridionali che si trasferiscono al Nord in cerca di lavoro: "Credo che fossero un po' scettici all'inizio, anche perché qui si parla un misto di tedesco e appena arrivata non conoscevo la lingua. Però non mi sono mai sentita discriminata".
In poco tempo Alessia ha instauratio un rapporto stretto con le famiglie di Luatgo, oltre che con i piccoli alunni: "Mi sono sentita accolta e tutti si sono messi a disposizione. Quindi questa esperienza mi ha fatto amare ancora di più sia il contesto lavorativo che quello sociale".
Il messaggio ai giovani del Sud: "Venite in Alto Adige, è una scelta di vita, non solo lavorativa"
Alessia non è nuova alle piccole realtà: pur essendo cresciuta tra Avellino e Napoli infatti è originaria di Capriglia Irpina, un piccolo Comune di 2mila abitanti. Non una realtà a rischio spopolamento, ma incapace di offrire delle alternative ai più giovani. Oltre ad Alessia, anche la sorella Giovanna è andata via dalla sua città e adesso vive e lavora a Milano.
"Se potessi, forse tornerei a casa piuttosto che emigrare – ammette Alessia – La mia realtà però non mi offriva le possibilità che ho trovato qui, e anche se intraprendere questa strada è stata una vera sfida, un salto nel vuoto, oggi sono contenta di averlo fatto. Mi vedo in Alto Adige nel mio futuro".
E poi lancia un messaggio ai suoi coetanei in cerca di una direzione: "L'Alto Adige può essere una soluzione per chi vuole provare uno stile di vita completamente diverso e vuole confrontarsi con una cultura e una lingua a cui non siamo abituati. Si tratta di una scelta soprattutto di vita, non solo lavorativa".