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L’arresto di Raffele Imperiale a Dubai: nome falso, latitanza dorata e la passione per i quadri

La polizia di Dubai ha diffuso ulteriori dettagli sull’arresto del broker internazionale della droga Raffaele Imperiale e su quello di Raffaele Mauriello, considerato suo braccio destro. Imperiale, noto anche come “Lelluccio Ferrarelle”, usava il nome falso di Antonio Rocco per non venire monitorato. Nella sua casa trovati soldi, oggetti preziosi e dipinti.
A cura di Nico Falco
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Raffaele Imperiale per l'anagrafe, Lelluccio Ferrarelle negli ambienti della malavita. E, per non far monitorare i suoi spostamenti negli Emirati Arabi, un terzo nome: Antonio Rocco, cittadino incensurato di origini italiane per niente collegabile a storie di camorra, di droga, di imperi tirati su e mantenuti con la cocaina. La terza identità del narcos napoletano, usata per nascondersi durante la latitanza, è stata svelata dalla polizia di Dubai, che ha diffuso ulteriori dettagli sull'arresto del 46enne, bloccato lo scorso 4 agosto; nella sua abitazione degli Emirati Arabi sono stati trovati soldi, oggetti di valore e anche dipinti.

Le forze dell'ordine gli tenevano il fiato sul collo da parecchio, a Imperiale. Sapevano che era a Dubai, che si era trasferito ormai da anni all'ombra di quei grattacieli e che da lì, nel lusso più sfrenato, continuava a gestire montagne di cocaina con un filo diretto con Napoli. Latitanza dorata, alla luce del sole per via dei tanti intoppi della burocrazia, e senza badare a spese: qualche anno fa la Guardia di Finanza ha stimato che "Lelluccio Ferrarelle" spendesse circa 400mila euro al mese.

L'arresto di Imperiale e Mauriello a Dubai

Imperiale è stato arresto il 4 agosto dalle autorità degli Emirati, al termine di indagini coordinate dalla Procura di Napoli e condotte dalla Squadra Mobile e dal Gico della Guardia di Finanza. La notizia è arrivata in Italia soltanto parecchi giorni dopo, il 19 agosto. Nel frattempo, il 14 agosto, era stato arrestato, sempre a Dubai, anche un altro narcos, latitante da tre anni e ritenuto di estrema pericolosità, anche lui vicino agli Amato-Pagano: Raffaele Mauriello, detto ‘o Chiatto, che di Imperiale viene considerato uno strettissimo collaboratore ed è anche accusato di tre omicidi avvenuti tra Napoli e provincia durante la Terza Faida di Scampia.

L'agenzia di stampa emiratina Wam ha riportato le dichiarazioni del generale Abdullah Khalifa al Marri, capo della polizia di Dubai, che ha annunciato l'arresto di Mauriello. Le due operazioni, ha spiegato il generale Khalil Ibrahim al Mansouri, assistente del comandante in capo per gli affari investigativi di Dubai, sono avvenute "dopo un periodo di stretta sorveglianza da parte di una squadra di investigatori della polizia di Dubai".

Per nascondere i propri spostamenti Imperiale utilizzava una identità fittizia, Antonio Rocco. "Grazie alle ultime tecnologie nel campo dell'intelligenza artificiale, i nostri ufficiali hanno seguito gli spostamenti di Imperiale e fatto irruzione nella sua casa", ha detto il direttore del dipartimento investigativo criminale presso la polizia di Dubai, Jamal Salem al Jallaf. Aggiungendo che nell'abitazione c'erano, e sono stati sequestrati, "ingenti somme di denaro, orologi e altri oggetti di valore tra cui diversi dipinti". Impossibile non pensare alla storia dei quadri di Van Gogh trafugati e ritrovati nella villa della sua famiglia a Castellammare di Stabia.

Chi è Raffaele Imperiale, Lelluccio Ferrarelle

Nato nel 1974 a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, Imperiale, noto anche come "Rafael Empire" (e ai tempi delle prime indagini come "Lello di Ponte Persica"), secondo gli inquirenti aveva iniziato la sua carriera criminale ad Amsterdam, dove aveva ereditato un coffee shop dal fratello. Da lì, la rapida ascesa. Aveva lasciato la distribuzione di acque minerali e bevande, attività che gli era valsa il soprannome di Lelluccio Ferrarelle, e con disinvoltura aveva cominciato a trattare droga. I fornitori erano i narcos sudamericani, capaci di inviare tonnellate di polvere bianca, gli acquirenti invece erano arrivati grazie ai contatti con i camorristi degli Amato-Pagano, ovvero gli Scissionisti della Prima Faida di Scampia, che all'epoca aveva le mani su una grossa porzione delle piazze di spaccio napoletane.

Uno dei più grossi sequestri di droga in cui risulta coinvolto è quello avvenuto a Parigi il 20 settembre 2013: le forze dell'ordine intercettarono un carico di 1.330 chili di cocaina, arrivato in Francia con un volo di linea Air France da Caracas, in Venezuela, e nella circostanza arrestarono Vincenzo Aprea, ritenuto suo fedelissimo.

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