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Ladri sorpresi a rubare e massacrati, torna in carcere il figlio del boss Troncone

Torna in carcere Giuseppe Troncone, figlio del boss Vitale: accusato di avere massacrato due ladri sorpresi a rubare a Fuorigrotta, Napoli Ovest.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Torna in carcere Giuseppe Troncone, figlio 25enne di Vitale Troncone, quest'ultimo ritenuto a capo dell'omonimo clan di camorra attivo a Fuorigrotta, nella zona ovest di Napoli: il ragazzo è stato raggiunto da una nuova misura cautelare per il pestaggio di due ladri, sorpresi a rubare nel quartiere e rapinati dell'automobile. Il 25enne è accusato di lesioni gravi e rapina, con l'aggravante delle modalità mafiose; reati commessi in concorso col cugino, che sarebbe stato ammazzato in un agguato di camorra meno di un mese dopo.

I fatti risalgono al 2 ottobre 2021, quando due ladri vennero sorpresi a rubare tra le auto in sosta a Fuorigrotta e picchiati da due persone; uno di loro venne colpito più volte alla faccia con il calcio di una pistola e aveva riportato danni permanenti alla mandibola. Dopo il pestaggio i due furono anche rapinati della loro automobile. Per gli inquirenti a rendersi responsabili di quell'aggressione erano stati Giuseppe Troncone e il cugino, Andrea Merolla, poi ucciso in un agguato un mese dopo, il 10 novembre 2021.

Si sarebbe trattato di un pestaggio funzionale a imporre la supremazia del clan sul quartiere: i due avrebbero picchiato i ladri per rimarcare la presenza dell'organizzazione criminale sul territorio e per ribadire il controllo su qualsiasi tipo di affare illecito. Per quell'episodio Giuseppe Troncone era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto il 24 dicembre 2021, poche ore dopo l'agguato in cui era rimasto gravemente ferito il padre.

Il gip del Tribunale di Napoli non aveva convalidato la misura precautelare; il Tribunale del Riesame ha accolto l'appello presentato dalla Direzione Distrettuale Antimafia e ha emesso il provvedimento cautelare di oggi che è stato confermato dalla Corte di Cassazione ed è stato eseguito dagli agenti del commissariato San Paolo e da quelli della Squadra Mobile della Questura di Napoli.

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