video suggerito
video suggerito

L’acqua suffregna ritrovata a Napoli dopo 50 anni “si può bere”, ma la fonte sarà sommersa. E c’è un motivo

A Napoli ritrovata la fonte dell’acqua suffregna, l’antica acqua ferrata. I test dell’Abc: “Può essere usata a fini turistici e di consumo”. Ma sarà sommersa. I comitati: “Non si dimentichi di nuovo”
A cura di Pierluigi Frattasi
190 CONDIVISIONI
Video thumbnail
Immagine

L'acqua suffregna, l'antica fonte dell'acqua ferrata del Chiatamone ritrovata a Napoli dopo 50 anni, si può bere e potrà essere utilizzata anche a fini turistici. Lo certificano i test sulla qualità dell'acqua dell'Abc, l'azienda speciale che gestisce l'acquedotto di Napoli, che ha collaborato in convenzione con LAN (Laboratorio Architettura Nomade), struttura di coordinamento della Rete CoolCity, e con i comitati culturali come Hydrosòphia, per la riscoperta della sorgente, e il 4 giugno scorso l'ha riconsegnata al Comune. Che fine farà la fonte del Chiatamone appena ritrovata? Sarà sommersa, a quanto apprende Fanpage.it, in attesa delle decisioni del Comune.

Immagine

L'acqua suffregna si può bere

La sorgente del Chiatamone, che scorre sotto il Monte Echia, è stata ritrovata dopo oltre 4 anni di ricerche, era nascosta nei sotterranei alle spalle dei grandi alberghi di Santa Lucia. L'acqua suffregna è l'acqua ferrata che veniva raccolta con le "mummare", le antiche anfore. L'accesso si trova in una struttura comunale con accesso da via Chiatamone 51. Sono state ritrovate due vasche: una vasca per il confinamento e l'invaso, abbastanza profonda, e una seconda vasca adiacente per la raccolta, un po' più alta. La prima era sepolta sotto macerie e pietrame. La seconda ingombra di rottami metallici.

Abc, dopo aver ripulito tutto ed effettuato alcuni interventi temporanei di adeguamento per consentire le lavorazioni, ha analizzato i campioni. Tutta la documentazione prodotta, tra cui il rilievo topografico e i rapporti di prova del servizio interno di laboratorio, è stata consegnata al Comune di Napoli. I risultati sono strabilianti. L'acqua suffregna si può bere. I test hanno confermato la "verifica della sussistenza della scaturigine con caratteristiche sia idrologiche (portata) che chimico-fisiche in tutto coerenti con le più antiche informazioni disponibili e quindi con la conferma della possibilità di una potenziale riattivazione del plesso sorgentizio, sicuramente ai fini turistico-culturali, e verosimilmente, ottenendo le autorizzazioni di legge, anche ai fini del consumo".

I lavori di messa in sicurezza della fonte

In questi mesi, Abc ha effettuato diversi lavori di messa in sicurezza dell'area. È stato realizzato un impianto provvisorio di aerazione forzata, indispensabile anche perché negli ambienti ipogei scoperti si è rilevata una "elevata concentrazione di idrogeno solforato e di anidride carbonica, gas potenzialmente nocivi". Ma la cui concentrazione si è poi abbassata con il passare del tempo, proprio grazie alla ventilazione. Le due vasche, dopo essere state ripulite, sono state poi svuotate, con una operazione di "aggottamento" e i liquidi sono stati sversati tramite condotte in fognatura in condizioni di sicurezza. Tutto il sito è stato fotografato e sono state liberate le vie di accesso verso via Chiatamone e via Partenope. Sono stati eseguiti quindi i campionamenti sull'acqua, per misurare la portata e la qualità. Al termine delle operazioni, il sito è stato riconsegnato al Comune.

Immagine

Cosa succede ora alla fonte del Chiatamone

Il seguito della storia della fonte dell'acqua suffregna è ancora tutto da scrivere. Al momento la palla è in mano al Comune. Nei prossimi giorni, il sito con la sorgente sarà in parte sommerso. Abc, infatti, deve interrompere l'attività di svuotamento (aggottamento). Nel giro di poche ore "il complesso sorgentizio raggiungerà una condizione di equilibrio in cui, pur se con entrambe le vasche allagate fino alla quota di circa 0,60-0,70 metri sul livello del mare (la quota piezometrica naturale della scaturigine in esame) risulterà stabilmente in tutta sicurezza".

I comitati al sindaco: "La fonte non sia abbandonata"

L'associazione Hydrosòphia che ha partecipato alla scoperta della fonte dell'acqua suffregna ha scritto al sindaco Gaetano Manfredi.

Apprendiamo, con non poca preoccupazione, che l’ABC si appresta a lasciare il cantiere che, d’intesa con il Laboratorio di Architettura Nomade, aveva allestito presso la fonte della Sorgente del Chiatamone per ripristinarne la scaturigine. La recente e entusiasmante notizia che dall’ antica fonte sgorgava nuovamente la famosa acqua ferrata (“suffregna” per il popolo napoletano), era stata diffusamente accolta con un vivo entusismo, accompagnato da un sentimento di riconoscenza per l’impegno dell’amministazione dal Lei presideduta e per l’appassionato e qualificato contributo offerto dal Laboratorio di Architettura Nomade, nella persona dall’architetto Alexander Valentino.

E, ancora:

Ancor con maggior entusiasmo la notizia era stata recepita dallo scrivente Comitato Promotore del Progetto Hydrosòphia che, dal 22 marzo 2022, d’intesa con il citato laboratorio, con l’Associazione Mondo Scuola e Cul City, è impegnato in un percorso di ricerche e indagini sul ricco patrimonio  di acque presenti nel bacino idrico del Golfo di Napoli. Le molteplici finalità del progetto Hydrosòphia, oltre al potenziale recupero di molte e importanti fonti diffuse tra Castellamare di Stabia a Capo Miseno, vedono come ulteriori obiettivi la possibile riutilizzazione a fini ambientali  delle acque disperse del territorio partenopeo, la ricostruzione storica della cultura delle acque, la rivalutazione terapeutica delle stesse  e il correlato riconoscimento da parte dell’UNESCO come patrimonio culturale e naturale.

Infine, l'associazione lancia un appello al primo cittadino:

In tale prospettiva i referenti del progetto Hydrosophia, con l’autorevole  sostegno accademico di un apposito  Comitato Tecnico Scientifico, sono pronti a offrire ogni più ampia  collaborazione affinché venga assicurato l’accesso del pubblico alla fonte  del Chiatamone e a procedere alla tutela e alla valorizzazione dell’intero patrimonio idrico del nostro territorio.

190 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views