La storia dei “maranza” molesti ai Quartieri Spagnoli bloccati dai residenti: “Qui portate rispetto”

Il maranza milanese è quel che a Napoli viene definito cuozzo. Ovvero, uno o più giovani chiassosi, «caratterizzati da atteggiamenti smargiassi e sguaiati», dice il dizionario Treccani. E con la tendenza ad attaccar briga, cioè a cercare la lite con chiunque, giocando sulla logica del branco. Un video tiktok di maranza ai Quartieri Spagnoli di Napoli di qualche giorno fa, puntualmente condiviso e commentato migliaia di volte, mostra cosa accade a gruppi del genere fuori dal loro habitat, quando si trovano cioè ad avere a che fare con un contesto molto particolare come quello del dedalo di vicoli napoletani compresi fra via Toledo e corso Vittorio Emanuele.
Questi i fatti, per come è stato possibile ricostruirli: un gruppo di 5-6 ragazzi dall'accento marcatamente lombardo, alcuni di loro con la maglia del Club Atlético Boca Juniors, la prima squadra di Maradona, sta seduta sul muretto al lato alto della cosiddetta piazza del murale di Maradona, all'incrocio fra via Emmanuele De Deo e vico Concordia. Ridono in faccia ad un signore anziano, un residente, che sbraita da un vascio, da un basso che affaccia proprio sul notissimo murale. Non è dato sapere il motivo del dissidio, quel che si vede dai video che circolano su Tiktok è che i ragazzi sicuramente si divertono, il vecchietto no e li invita ad andare via.
Quella zona dei Quartieri Spagnoli negli ultimi dieci anni è profondamente cambiata: negli anni Novanta e nei primi anni del Duemila pensare di andare tranquillamente a passeggio fra i vicoli non era proprio da tutti, visto l'alto tasso di delinquenza. Ora sembra il Luna Park di Coney Island a Brooklyn, un parco giochi dove bere spritz o qualsiasi altra cosa alcolica e non, dove si vive nel culto dell'effige di Diego Armando Maradona, commercializzata in ogni modo, dalle t-shirt ai bicchieri, dalle tazzine ai prodotti alimentari con la faccia di D10s stampigliata.
Insomma, l'economia criminale ha in gran parte lasciato il campo – con luci e ombre – all'economia del turismo low cost, in realtà molto redditizio, vista l'incerta fiscalità di alcuni esercizi commerciali ma soprattutto visto il possente flusso di persone che quotidianamente, 12 mesi su 12 , affollano i Quartieri Spagnoli di Napoli, diventati in pochi anni un punto fisso della movida come il Barrio Alto di Lisbona, il Barri Gòtic di Barcellona o Le Marais a Parigi.
Torniamo alla vicenda dei maranza a Napoli: nel giro di una manciata di minuti, qualcuno fra i personaggi che tra i vicoli dei "QS" vivono da sempre e lavorano, avvicina il gruppetto a questo punto ritenuto «di provocatori». E gli fa la cosiddetta «imparata di creanza», ovvero gli insegna «le buone maniere», erigendosi a "sindaco dei Quartieri", parafrasando il personaggio eduardiano. «Voi state qua e dovete portare rispetto al quartiere» dice uno di questi giovani, mentre gli altri ridacchiano sempre meno e tentano di spiegare che non era loro intenzione dar fastidio. Sono pochi minuti di discussione ma gli occhi interi della zona del murale si fissano su quella scena. La storia si conclude lì, senza altre ripercussioni. Ma il video diventa oggetto di sociologie e discussioni sui social.
Il giorno dopo è Eugenio, l'autore della "cazziata" al gruppetto di turisti usa ovviamente sempre Tiktok per il suo messaggio da autonominato guardiano del decoro rionale: «Si deve avere sempre rispetto nella vita, quando c'è rispetto c'è tutto. Non c'è rispetto? E io li faccio fujire (scappare) dai Quartieri Spagnoli…».