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La storia degli ex custodi comunali che non vogliono lasciare le case a Napoli è diventata un’inchiesta della Corte dei Conti

Con le prime ipotesi di danno erariale di dirigenti comunali (per 98mila euro) inizia la fase giudiziaria della vicenda degli ex custodi comunali che conservano la casa nelle scuole o nelle sedi istituzionali.
A cura di Cir. Pel.
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Le storie degli ex custodi di scuole e sedi comunali di quartiere a Napoli che non vogliono lasciare i locali in cui hanno abitato durante l'espletamento delle loro funzioni non riguardano più soltanto il Comune ma anche la Corte dei Conti, ovvero la magistratura contabile incaricata fra le altre cose di capire se soldi e proprietà pubbliche vengono sperperate o abusate.

Nelle ultime ore i carabinieri del Vomero, si sono recati da dirigenti del Comune di Napoli, della sua società "Napoli Servizi" (che si occupa degli immobili comunali) e del 36esimo Circolo Didattico Statale di Napoli "Vanvitelli" con un faldone in mano. Dentro c'erano degli «inviti a dedurre» , ovvero a spiegare il proprio comportamento da parte della Corte dei Conti, Procura Regionale per la Campania. L'ipotesi è che il comportamento di questi soggetti abbia causato un danno erariale per complessivi 92mila euro circa. L’attività dei carabinieri del Vomero è stata coordinata dal Procuratore Regionale della Corte dei Conti per la Campania Antonio Giuseppone e dal magistrato Ferruccio Capalbo.

Il caso della scuola Caccavello

Nel caso specifico i fatti sono questi: nella scuola dell’infanzia e primaria “Vanvitelli-Caccavello”, ubicata in un fabbricato di proprietà privata e fittato dal Comune di Napoli, è presente un alloggio destinato al custode dell’edificio. Il custode va in pensione il primo settembre 1988 ma continua ad occupare. L’occupazione continua anche dopo la sua morte avvenuta il 27 luglio 2010: ad occupare c’è infatti il figlio del custode che ci vive con la propria moglie.

Le indagini – spiega una nota dell'Arma dei Carabinieri – hanno permesso di acclarare una «colpevole inerzia della pubblica amministrazione nell’intraprendere le doverose iniziative finalizzate alla liberazione dell’alloggio». In pratica gli occupanti “abusivi” hanno accesso nei locali scolastici a qualsiasi ora del giorno e della notte, «con evidenti ripercussioni negative sulla sicurezza delle scolaresche in giovane età, nonché l’utilizzo indiscriminato della fornitura idrica che serve l’istituto». Secondo l'ipotesi d'accusa l’occupazione di tali locali ha «recato nocumento anche all’offerta didattica, stante l’impossibilita di reimpiegare gli stessi per sopperire al fabbisogno di aule».

Le persone coinvolte nell'inchiesta della Corte dei conti

Sono Fabrizio Siciliano, responsabile Unità operativa gestione contabile dal 20 novembre 2015 ad oggi;Ciro Turiello: dirigente area gestionale dal primo luglio 2018 al 15 settembre 2021; Daniella Balletti: dirigente area gestionale Napoli Servizi dal 16 febbraio 2015 al 30 giugno 2018; Natalia D’Esposito: responsabile del servizio demanio e patrimonio dal primo gennaio 2014 al 12 ottobre 2015, titolare del servizio demanio e patrimonio dal 13 ottobre 2015 al 30 dicembre 2019, del servizio Politiche per la casa dal 16 maggio 2017 al 31 marzo 2019.
E ancora: Antonietta Agliata: responsabile del servizio politiche per la casa dal 31 dicembre 2019 al 30 dicembre 2021;Tiziana Di Bonito: responsabile del servizio demanio e patrimonio de Comune di Napoli dal febbraio 2020 al 22 giugno 2023; Ida Francioni: Direttore scolastico del 36° circolo statale “Luigi Vanvitelli”.

Cosa scrive la Corte dei Conti

La Corte dei Conti nei suoi atti ha avuto parole non tenere per il Comune di Napoli: i finanziamenti del "Patto per Napoli" (all'epoca stipulato dal sindaco Gaetano Manfredi e dall'allora premier Mario Draghi per risanare in parte le casse comunali a rischio fallimento) sono condizionati, tra l’altro, anche alla corretta gestione del patrimonio immobiliare ed alla dismissione dei “fitti passivi” da parte dell’ente locale. C'è da dire che l'attuale Amministrazione comunale ha cercato di prendere in mano la situazione disponendo una task force, come anticipato qualche settimana fa da Fanpage.it. Si tratta però di questioni irrisolte da decenni.

È emerso dall'approfondimento della magistratura contabile che la morosità nei rapporti di utenza del patrimonio del Comune di Napoli ha raggiunto la vertiginosa cifra di oltre 133 milioni di euro e sono anche emerse importanti discrasie nell’attività di bollettazione nei confronti degli occupanti. Nel caso della scuola "Caccavello", addirittura vi è l’impossibilità di dismettere il fitto passivo proprio a causa della presenza di occupanti abusivi all’interno dell'immobile.

L'inchiesta non è finita: altri controlli in corso

Di vicende simili ce ne sono più d'una a Napoli ed è altamente probabile che la Corte dei conti se ne occuperà a breve, perché sono in corso altri controlli. Si tratta di casi molto diversi l'uno dall'altro: in alcuni la situazione è lampante, in altri c'è di mezzo l'avanzata età degli ex custodi o i loro gravi problemi di salute.  In un altro caso,  è emerso, vive una persona il cui fratello venne arrestato nel 2005 perché sorpreso a coltivare marijuana proprio nel cortile dell'istituto. Ci sono controlli e accertamenti in scuole e sedi delle Municipalità e potrebbero fioccare altri «inviti a dedurre».

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