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La placenta rischia di bloccare il parto, madre e neonato salvati dai medici del Moscati di Avellino

L’intervento è perfettamente riuscito: la tecnica avanzata è disponibile solo in pochi centri d’Italia. Il piccolo è nato senza complicazioni.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un problema alla placenta che rischiava di mettere in serio rischio la nascita di un neonato e la salute stessa della madre: ma grazie all'intervento provvidenziale dei medici dell'Azienda Ospedaliera Universitaria "San Giuseppe Moscati" di Avellino, mamma e figlio stanno bene, e presto potranno tornare a casa e iniziare la loro vita assieme.

Alla donna, 35 anni ed originaria della provincia di Salerno, era stata diagnosticata una placenta previa centrale con sospetto accretismo placentare, confermati da ecografia e risonanza magnetica. Vale a dire, una formazione irregolare di placenta, considerata tra le più insidiose in ambito ostetrico e che impone il ricorso al taglio cesareo e comporta un elevatissimo rischio di emorragia massiva e di asportazione dell’utero (isterectomia). La placenta, infatti, si forma anche là dove non dovrebbe, rischiando di ostruire il parto.

E così l'Unità operativa di Ostetricia e Ginecologia, diretta dal dottor Mario Ardovino, ha deciso di utilizzare una tecnica avanzata, praticata solo in pochi centri in Italia: assieme ai colleghi del reparto di Radiologia Interventistica e con la presenza al tavolo operatorio dal Direttore dell’Unità operativa di Radiologia, il dottor Giulio Lombardi, è stato eseguito un taglio cesareo a 36 settimane, associato all’occlusione temporanea delle arterie ipogastriche mediante catetere a palloncino. Il tutto assieme al supporto della squadra di anestesisti e del reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale, diretta dal dottor Sabino Moschella.

Tutto è andato bene: il piccolo è nato senza complicazioni e la donna sta bene a sua volta. Presto il ricovero terminerà e torneranno a casa. "Questa metodica richiede attrezzature all’avanguardia e competenze multidisciplinari ed è stata portata a termine con successo grazie alla sinergia tra équipe giovani, dinamiche e altamente qualificate", ha spiegato il dottor Ardovino, "Radiologia Interventistica e Ginecologia hanno saputo coniugare entusiasmo, innovazione e rigore clinico, offrendo alla paziente il miglior trattamento possibile: questa donna, oggi, può guardare al futuro con la speranza di una nuova maternità, senza aver perso la propria fertilità".

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