Immigrazione clandestina a Napoli, maxi blitz. Con 9mila euro entravi in Italia. Coinvolti avvocati, agenti e Caf

Blitz della Polizia di Stato sull'immigrazione clandestina nella provincia di Napoli. Sono 45 le misure cautelari eseguite dalle prime luci dell'alba di oggi, martedì 10 giugno 2025, nella provincia di Napoli ed in altre province, nell’ambito di una vasta operazione coordinata dalla DDA di Napoli (la Direzione Distrettuale Antimafia) per il contrasto all’immigrazione clandestina. Gli immigrati arrivavano a pagare anche 9mila euro per potersi assicurare l'ingresso in Italia. Coinvolti nella rete avvocati, agenti delle forze dell'ordine e addetti ai Caf (i centri di assistenza fiscale). I dettagli sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa col procuratore capo Nicola Gratteri.
Sequestrati 2 milioni di euro, sfruttati i buchi del Decreto flussi
Dei 45 indagati, 23 sono finiti agli arresti domiciliari, mentre per 11 (titolari di imprese) è stato disposto l'obbligo di firma. Sequestrati circa due milioni di euro. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il meccanismo della truffa sfruttava le falle del Decreto Flussi. Coinvolti avvocati e gestori di centri di assistenza fiscale (Caf), che – operando nei comuni di San Giuseppe Vesuviano e Ottaviano – organizzavano falsi contratti di lavoro per cittadini stranieri, in gran parte bengalesi, garantendo loro l'ingresso regolare in Italia dietro il pagamento di somme che arrivavano fino a 9mila euro a persona.
Le accuse, a vario titolo, comprendono associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, estorsione aggravata dal metodo mafioso, falso ideologico e truffa. L'organizzazione, secondo gli investigatori, si avvaleva dell'utilizzo illecito di identità digitali (Spid), tra cui quella di un appartenente alle forze dell'ordine, per presentare migliaia di domande di nulla osta. "Le istanze venivano corredate da documentazione ideologicamente falsa – si legge nel comunicato della procura – in particolare sull'idoneità degli alloggi e sull'esistenza di un'effettiva volontà di assunzione da parte di imprenditori".
Come funzionava la truffa per l'immigrazione clandestina
Ma come era organizzata la maxi-truffa? Le pratiche, se accolte nei limiti temporali del cosiddetto click day, consentivano l'ingresso illegale degli stranieri in Italia. Il sistema era articolato: un primo livello operativo composto da professionisti (avvocati e Caf), un secondo formato da imprenditori compiacenti che prestavano la facciata di aziende disponibili ad assumere, e un terzo rappresentato dagli extracomunitari disposti a pagare cifre elevate per ottenere i documenti.
I promotori del business, secondo la procura, si sarebbero occupati "di procurare agli interessati la documentazione, ideologicamente falsa, richiesta dalla normativa sui flussi migratori per un regolare ingresso in Italia, soprattutto attinente ad una disponibilità all'assunzione di imprenditori in realtà inesistente e all'idoneità degli alloggi in cui i lavoratori avrebbero dovuto essere ospitati, asseverando, in qualità di professionisti qualificati, la conformità alla legge di istanze corredate da documentazione truffaldina".