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Il rider rapinato a Napoli è Gianni, disoccupato, 50 anni. Lavorava con lo scooter della figlia

Emergono nuovi dettagli sulla vicenda di Gianni, l’uomo di 50 anni picchiato e rapinato del motorino mentre faceva le consegne. Come ricostruito da Fanpage.it, è un disoccupato napoletano, sposato e con due figlie. Il motorino apparteneva proprio ad una delle figlie, regalo per i 18 anni. “Ma del mezzo non me ne frega niente, voglio giustizia”.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Un frame del pestaggio del rider seguito dal furto del motorino a Calata Capodichino.
Un frame del pestaggio del rider seguito dal furto del motorino a Calata Capodichino.

Emergono sempre più dettagli sulla vicenda di Gianni, il rider di 50 anni picchiato e rapinato del motorino mentre faceva le consegne su Calata Capodichino, a Napoli. Le immagini dell'aggressione e della rapina del mezzo, diffuse su internet da un residente che ha assistito a tutta la scena, hanno sconvolto per la brutalità della rapina stessa, compiuta da sei persone a volto coperto che non hanno avuto scrupoli ed anzi gli si sono scagliati contro con particolare efferatezza. Una rapina avvenuta nella serata di ieri, sabato 2 gennaio, ma il cui video è stato diffuso solo oggi, 24 ore dopo.

Prima la denuncia, poi le consegne in auto

Gianni, questo il nome del 50enne, non si è però perso d'animo. Neppure il pestaggio e la rapina del motorino lo hanno fermato: l'uomo, infatti, dopo aver fatto denuncia al commissariato di Secondigliano, ha preso l'automobile del titolare ed ha ripreso a fare le consegne. Una tenacia che già dal video si evinceva, con l'uomo che ha disperatamente lottato in ogni modo per difendere il motorino, e che solo la forza prevaricante di sei persone, unite contro di lui, alla fine ha avuto la meglio. Ma l'uomo, pur con tutte le botte prese, ha ripreso a fare le consegne, per guadagnarsi ancora una volta il pane.

"Non me ne frega dello scooter, ma voglio giustizia"

L'altro aspetto riguarda lo stesso Gianni: il 50enne infatti è un disoccupato napoletano che utilizzava il motorino della figlia per fare le consegne. E che ora chiede giustizia. "Non me ne frega del mezzo", ma chiede che venga fatta giustizia e che le forze dell'ordine li trovino. Quello che gli è capitato, infatti, può accadere praticamente a chiunque. Gianni, come ricostruito da Fanpage.it, in passato aveva lavorato all'Auchan, nel reparto macelleria, ma poi per tagli fu licenziato. Il motorino su cui faceva le consegne era un regalo per i 18 anni della figlia. In Rete è anche nata una raccolta fondi per ricomprargli un motorino, che in pochi minuti ha superato i seimila euro.

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