
La città dell'uovo di Virgilio e dell'ampolla che fa tribolare i fedeli. La città aleatoria per eccellenza, adagiata fra campi ardenti e un vulcano silente ma presente, aggrappata ai centimetri di terra che si alzano e si abbassano; la città che da sempre vive «tra l'inferno e il cielo» come cantava Pino Daniele in uno dei suoi pezzi più belli. Napoli addì venerdì 23 maggio 2025 tira una pallonata e manda in frantumi una condanna che l'ha accompagnata per tutto il Novecento e i primi Duemila: quella secondo la quale qui tutto è emergenziale e provvisorio, le cose orribili e pure le cose belle. Il «vòtta ‘a vvenì» e il «vòtta a passà».
Alle cose brutte, anche se false, si crede più facilmente che a quelle vere. E così Napoli ha sempre pensato di non potersi ripetere, una volta raggiunto un risultato importante. Certo, il calcio non è la vita di tutti i giorni, ma è bello poter pensare, guardando al film della vittoria della squadra di calcio, che quest'incantesimo si possa spezzare in ogni ambito. Non è vero che un grande evento, un importante riconoscimento, una ottima performance (turistica, sociale, politica) da queste parti si possa e si debba verificare con la cadenza della cometa di Halley.
N4poli: il quarto scudetto ci indica la via che scioglie la fattura del transitorio, cancella il sortilegio del precario. A Napoli, anche a Napoli si può costruire, si può volere, si può realizzare un processo che porti a qualcosa. Sì, anche qui, non solo a Milano. Poi, certo, il miracolo ci risparmia la fatica. E sì, ci vuole pure un po' di buona ciorta. Ma soprattutto ci vuole chi ci crede. Una serie di giovani atleti e il loro allenatore ci hanno spiegato che è possibile. E se lo è stato per loro, è possibile per tutte e tutti.

