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Il Green Pass della camorra: gli inquilini dovevano chiedere il permesso agli spacciatori per uscire di casa

Una palazzina trasformata in “bunker” che fungeva anche da piazza di spaccio. Tutto blindato e monitorato da telecamere di sicurezza, con gli spacciatori che impedivano l’accesso al palazzo anche ai residenti stessi, salvo rigidi controlli e monitoraggi: una sorta di “green pass” della camorra, visto che senza controlli era impossibile accedere anche in casa propria.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Una palazzina trasformata in un bunker per lo spaccio di droga, dove perfino i residenti per entrare dovevano chiedere "il permesso" e sottoporsi ad un riconoscimento da parte di chi si aveva di fatto deciso di prendere possesso senza alcun diritto dell'intero stabile. Una sorta di Green Pass della camorra, che controllava accessi e passaggi, monitorando ad uno ad uno tutti i residenti che passavano per il palazzo. Una storia che arriva da Caivano, nell'hinterland di Napoli, comune che troppo spesso finisce al centro delle cronache anche nazionali per fatti legati a criminalità e droga.

Questa mattina il "bunker" è stato smantellato dai carabinieri della compagnia di Casoria, guidata dal comandante Diego Miggiano, che sono intervenuti arrestano anche tredici persone, tutte indagate di detenzione e cessione a terzi di sostanze stupefacenti. I carabinieri hanno condotto lunghe indagini, anche con il supporto di immagini video, che hanno ricostruito tutta l'attività svolta nello stabile trasformato in bunker. Dalla porta d'ingresso, chiusa dall'interno per permettere agli spacciatori di controllarne l'accesso, alle telecamere piazzate in punti strategici permettendo di monitorare l'eventuale arrivo delle forze dell'ordine o di altri soggetti non desiderati. I "clienti" arrivavano dinanzi il portone chiuso e si interfacciavano con lo spacciatore attraverso la feritoia, che gli consentiva anche di nascondere la propria identità diventando così irriconoscibile.

All'esterno, oltre alle videocamere, anche i consueti "pali", che facevano anche da controllo del flusso di clienti, per evitare raggruppamenti pericolosi che potevano creare caos e dunque "attirare" controlli da parte delle forze dell'ordine. Inoltre, venivano allestite vere e proprie turnazioni, con spacciatori e fornitori che si davano il cambio garantendo così una "copertura del servizio" di ventiquattro ore su ventiquattro. Il tutto, impedendo ai residenti di accedere al palazzo salvo rigidi controlli e monitoraggi da parte degli spacciatori, che decidevano solo a propria discrezione di aprire il portone a dare il via libera senza il quale le persone non potevano neanche accedere alla propria abitazione.

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