42 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Il crollo dell’arco borbonico del Lungomare di Napoli finisce in Procura: perizia dei carabinieri

Sopralluogo dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale e della Soprintendenza sul Lungomare, per constatare il crollo parziale dell’arco borbonico del ‘700 distrutto dal maltempo di sabato. La perizia servirà ad accertare le cause del cedimento e sarà inviata in Procura. L’arco era stato messo in sicurezza l’anno scorso dopo diverse segnalazioni.
A cura di Pierluigi Frattasi
42 CONDIVISIONI
Immagine

Finisce sulle scrivanie della Procura il crollo parziale del muro borbonico del ‘700 sul Lungomare di Napoli, distrutto dal maltempo sabato scorso, 2 gennaio, nonostante i lavori di messa in sicurezza eseguiti l'anno scorso dall'Autorità Portuale. I carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, nel Comando Provinciale di Napoli e del Nucleo Subacquei, assieme ai funzionari della Soprintendenza ai Beni Archeologici di Napoli, questa mattina hanno effettuato un sopralluogo sul posto per verificare lo stato dei luoghi e cercare di individuare i mattoni e gli altri elementi architettonici dell'arco che sono franati a mare, in vista di un possibile recupero e quindi per la ricostruzione dell'arco. La relazione finale sarà poi inviata alla magistratura.

Perizia in Procura sul crollo dell'arco borbonico

La perizia tecnica dei militari del Ntpc sarà volta ad accertare le cause del cedimento. L'arco, parzialmente crollato, infatti, era stato messo in sicurezza proprio lo scorso anno, dai tecnici dell'Autorità Portuale, dopo numerose segnalazioni da parte di cittadini e associazioni culturali e civiche. L'arco è collassato sotto i colpi inferti dalle onde del mare ed è rimasto intrappolato all'interno dei tubi innocenti delle impalcature. L'antico arco, conosciuto a Napoli come il "Chiavicone", perché collocato in prossimità dello sbocco del collettore fognario, risale al 1700 ed è nato come approdo per i pescatori, i cosiddetti "luciani", cioè gli abitanti del vicino borgo di Santa Lucia. Nel corso dell'Ottocento, poi, fu trasformato in terminale delle fogne.

Immagine

Il M5S: "Interventi inefficaci finora"

"Riteniamo molto grave – commentano in una nota i consiglieri comunali Marta Matano e Matteo Brambilla (M5S) – il fatto che nessuna delle autorità competenti si sia preoccupata di verificare la staticità del monumento del ‘700 partenopeo. La necessità di un intervento urgente era già stata segnalata da ottobre 2018, perché l’incuria aveva provocato lo sfaldamento delle basi dell’arco ed era rimasto in piedi solo grazie al caso. La situazione ha continuato ad aggravarsi ed era chiaro che bastava una mareggiata per farlo crollare.  Il Comune di Napoli si era limitato a circoscrivere la zona per garantire l’incolumità dei passanti sulla strada sovrastante e a febbraio 2019 la consigliera delegata al mare annunciava i lavori di messa in sicurezza finanziati dalla Città Metropolitana".

"La Soprintendenza – proseguono i portavoce comunali pentastellati – aveva diffidato con le note di febbraio e ottobre 2019 rimaste senza risposta e a maggio 2020 l’Autorità portuale ad intervenire con urgenza per il restauro e il consolidamento del luogo di “eccezionale valore artistico e storico” che versava in condizioni statiche precarie. Infine a settembre 2020 sono state montate le impalcature propedeutiche alla messa in sicurezza ed al restauro del cosiddetto arco borbonico, che però si sono rivelate inutili e inefficaci. Purtroppo neanche il sindaco né i vari Assessori con deleghe alla cultura, al mare ed all’urbanistica si sono prodigati per ottenere un’accelerazione dell’avvio dei lavori. Speriamo – concludono Matano e Brambilla – che tutte le istituzioni coinvolte si attivino per salvare una testimonianza di grande valore storico lavorando in sinergia perché ora è necessario procedere urgentemente al recupero dei massi caduti in acqua per effettuare il restauro dell’arco innanzitutto.  Inoltre ci auguriamo che sia fatta chiarezza sulle responsabilità della dirigenza dell’Autorità portuale e di tutti gli enti coinvolti".

42 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views