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Covid 19

Coronavirus Napoli, il Cotugno si prepara ad aumentare i posti di terapia sub intensiva

Il responsabile della terapia sub intensiva del Cotugno di Napoli spiega a Fanapage.it che nei prossimi giorni l’ospedale aumenterà i posti di terapia intensiva. Tuttavia il dottor Giuseppe Fiorentino spiega che si tratta ancora della Fase 1 del piano ospedaliero e che al momento la situazione è sotto controllo.
Intervista a Dott. Giuseppe Fiorentino
Pneumologo, responsabile della terapia subintensiva del Cotugno.
A cura di Gaia Martignetti
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L'età media dei pazienti ricoverati al Cotugno, avamposto nella lotta al Covid – 19, si è abbassata di circa 20 anni.  La situazione però, racconta a Fanpage.it il dottor Giuseppe Fiorentino, è sotto controll0. Fiorentino è uno pneumologo di grande esperienza che guida il reparto di terapia sub intensiva del presidio infettivologico napoletano. Qui, il 24 agosto, sono ricoverati 11 pazienti. Nei prossimi due giorni i posti letto del suo reparto verranno ampliati, arrivando a 14, 16 circa. I numeri in crescita dei positivi in Campania per il secondo giorno hanno superato quota 100.

L'ampliamento della terapia sub intensiva rientra, però, ancora nella cosiddetta Fase 1 del piano ospedaliero regionale. Il Cotugno, quindi, sarà saturo solo una volta attivata la Fase 3. Al momento i presidi di primo livello, oltre al Cotugno, sono il Covid Center di Ponticelli dell'Ospedale del Mare, l'ospedale di Scafati per quanto riguarda Salerno e quello Maddaloni per Caserta. Solo nel momento in cui i presidi saranno saturi al 75% si amplieranno i posti letto disponibili. «Attualmente (24 agosto ndr) al Cotugno sono ricoverati 16 pazienti in degenza ordinaria, 11 in semi intensiva e 2 in terapia intensiva di cui uno stubato, spiega il Dottor Fiorentino, quindi, prosegue, al momento è una situazione sotto controllo. L'età media si è abbassata di circa 20 anni, è tra i 30 e i 40 anni. Questo per noi è un po' un vantaggio perché nelle condizioni cliniche dell'ammalato spesso non ci sono comorbidità (più patologie insieme ndr). I numeri stanno salendo ma sono numeri di persone che noi sappiamo che esistono, forse esistevano anche prima con il lockdown, che non avevano fatto il tampone e mai si erano verificati positivi. I numeri purtroppo saliranno ancora perché le persone sono andate in vacanza, si sono aggregate».

Al momento spiega Fiorentino, il ceppo italiano del virus pare meno aggressivo rispetto, ad esempio, a quello croato. Ma questo non significa che l'emergenza sia finita. «Abbiamo avuto una grossa aggressività del ceppo croato, che veniva dalla Croazia, molto, molto aggressivo e molto sintomatico. Il ceppo che proviene dalla Sardegna, che sarà un misto di varie esposizioni, ha un fenotipo intermedio però sicuramente non dobbiamo sottovalutare l'ammalato. Se riusciamo a vedere che nel giro di una settimana che l'evoluzione non è rapida, non è veloce, allora il ceppo probabilmente è più tranquillo».

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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