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Covid 19

Il Comune di Napoli pubblicò i dati dei poveri per i Bonus Fitti Covid: maxi-multa del Garante Privacy

Maxi-multa da 40mila euro per il Comune di Napoli inflitta dal Garante della Privacy: “Diffusi i dati e le informazioni personali dei cittadini ammessi e non ammessi al Bonus Fitti Covid19 per il sostegno al fitto delle abitazioni principali per situazioni di emergenza socio-economica”. Il pasticcio svelato da Fanpage.it ad agosto 2020. Adesso il Municipio rischia una valanga di richieste di risarcimento. Sono quasi 5mila le persone coinvolte nella fuga di dati.
A cura di Pierluigi Frattasi
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"Diffusi i dati e le informazioni personali dei cittadini ammessi e non ammessi al Bonus Fitti Covid19 per il sostegno al fitto delle abitazioni principali per situazioni di emergenza socio-economica”.  L’Autorità Garante della Privacy condanna il Comune di Napoli per l’“l’illiceità del trattamento di dati personali effettuato”. Dovrà pagare una maxi-multa da 40mila euro entro 30 giorni. Adesso il Municipio rischia una valanga di richieste di risarcimento. Sono quasi 5mila le persone coinvolte nella fuga di dati. “Ci riserviamo adesso – spiega a Fanpage.it l’avvocato Raffaele Mastroberti, che ha curato il ricorso all’Authority – di adire l’autorità giudiziaria per i risarcimenti”. Il pasticcio – svelato da Fanpage.it – risale all’agosto dello scorso anno, quando il Municipio pubblicò la graduatoria dei beneficiari del contributo al fitto previsto dalla Regione Campania con il decreto 45 del 23 aprile 2020, per aiutare le famiglie povere a fronteggiare la crisi della pandemia del Coronavirus.

Il pasticcio: "Diffusi dati sensibili e riservati"

Nella determina pubblicata sul sito del Comune di Napoli, però, figuravano anche dati personali “sensibili e riservati”, nome, cognome, codice fiscale, indirizzo, importo canone fitto, indicazione importo erogabile e posizione in graduatoria”. Si era nel pieno dell’emergenza epidemiologica da Covid-19, che è stata la causa che ha giustificato l’erogazione del sostegno economico da parte del Comune per il fitto delle abitazioni principali dei cittadini venutisi a trovare in questo particolare periodo in una situazione di svantaggio/disagio economico-sociale. 

Per quel pasticcio sono partiti i ricorsi dei cittadini, assistiti dall’avvocato Raffaele Mastroberti – che hanno visto pubblicati i propri dati in chiaro online. A quasi un anno di distanza, adesso, l’Authority ha censurato quel comportamento: “Non sono state adottate – scrive – ‘misure tecniche e organizzative' adeguate per ‘attuare in modo efficace i principi di protezione dei dati’ fin dalla progettazione e per garantire che siano trattati per ‘impostazione predefinita’ solo ‘i dati personali necessari per ogni specifica finalità del trattamento’, in violazione dell’art. 25, parr. 1 e 2, del RGPD”.

La decisione dell'Authority

Il Comune negli ultimi mesi ha presentato le sue controdeduzioni, che però non sono state accolte alla fine dal Garante. “Il caso in esame – scrive l’Autorità della Privacy nel provvedimento 295 del 22 luglio 2021 – riguarda, in primo luogo, il trattamento di dati personali effettuato tramite un’apposita maschera di ricerca, presente sul sito web istituzionale del Comune di Napoli, che consentiva di visualizzare – attraverso l’inserimento del solo codice fiscale, senza richiedere alcuna identificazione dell’utente – sia i dati personali dei soggetti ammessi (nominativo, posizione in graduatoria, codice fiscale, indirizzo, importo del canone, importo erogabile) che dei non ammessi al contributo per il sostegno economico relativo al fitto delle abitazioni principali per situazioni di emergenza socio-economica, con la relativa motivazione.

Inoltre, oggetto di contestazione al Comune da parte del Garante è stata anche la diffusione online di dati e informazioni personali di soggetti ammessi al contributo (nominativo, data di nascita canone mensile, posizione in graduatoria) per il sostegno economico relativo al fitto delle abitazioni principali per situazioni di emergenza socio-economica, contenuti nella Disposizione dirigenziale dell’Area Patrimonio – Servizio Politiche per la Casa n. 366 del 29/07/2020 pubblicata online.

Nel caso in esame, i dati personali pubblicati e accessibili tramite l’apposita maschera di ricerca web presente sul sito del Comune erano riferiti – da un lato – a 786 soggetti che non erano stati ammessi ad alcun contributo economico (con indicazione della relativa motivazione); e – dall’altro – a 4.053 soggetti ammessi al contributo per il sostegno economico relativo al fitto delle abitazioni principali per situazioni di emergenza socio-economica (con indicazione del nominativo, posizione in graduatoria, codice fiscale, indirizzo, importo del canone, importo erogabile)”.

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