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Il Centro Direzionale di Napoli non si allargherà più: accordo da 14 milioni con Agorà 6

Il Municipio ha approvato una delibera di indirizzo per avviare la transazione con la società, riconoscendo un risarcimento per il mancato avvio delle opere.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Il Centro Direzionale di Napoli non si estenderà più negli spazi dell'ex macello alle spalle del Palazzo di Giustizia, tra via Aulisio e via Gianturco. Dopo 17 anni dalla presentazione del project financing per realizzare case, parcheggi, parchi, cinema, chalet e centri sportivi, la vicenda si avvia a chiudersi con un accordo tra il Comune di Napoli, proprietario dei suoli, e la società Agorà 6 srl, che anni fa propose il progetto di riqualificazione urbana, riconoscendo un risarcimento alla società per il mancato avvio delle opere.

La delibera della giunta Manfredi

Una proposta di transazione da oltre 14 milioni di euro che il Municipio partenopeo si impegna a versare ad Agorà 6 srl. Il patto è contenuto nella delibera di indirizzo 172 del 24 maggio 2023, proposta dal vicesindaco e assessore all'Urbanistica, Laura Lieto, e pubblicata sull'albo pretorio comunale, con ad oggetto "indirizzi per la transazione su proposta della società di liquidazione Agorà 6 srl con ad oggetto la risoluzione della convenzione del 20 luglio 2007 per la progettazione e realizzazione delle opere di urbanizzazione del comprensorio orientale del Centro Direzionale".

Il progetto di riqualificazione

Il progetto per trasformare 300mila metri quadrati di suoli, presentato dal gruppo Agorà 6, fu adottato dal Comune nel 2005. Il Comune cedeva suoli di sua proprietà all'azienda che avrebbe investito circa 120 milioni per riqualificare l'area e realizzare le strutture. Nel 2007 è stata firmata la convenzione. Il Comune ha affidato alla società Agorà 6 srl la progettazione, realizzazione e gestione in project financing del comprensorio orientale del Centro Direzionale con gestione per 30 anni delle opere suscettibili di reddito.

Il collegio arbitrale

La procedura poi si è arenata nel corso degli anni. Le bonifiche dei suoli non sono mai partite. Nel 2018 Agorà ha chiesto un giudizio arbitrale, lamentando varie inadempienze del Comune (inerzia decisionale con conseguente arresto del finanziamento bancario dell'operazione, danno economico e mancato avvio dei lavori), come si legge in delibera, e un risarcimento di 47 milioni. La vicenda è passata in mano ad un collegio arbitrale, che nel 2020 ha accolto la domanda di risoluzione del contratto per inadempimento del Comune, per mancata consegna delle aree e ha disposto la prosecuzione del giudizio, rinviando al Ctu la quantificazione del danno.

Come ricorda il segretario generale comunale nel parere allegato alla delibera di indirizzo, "il giudizio arbitrale avviato da Agorà 6 per uno sbilanciamento del piano di investimento, all'esito del quale il Collegio Arbitrale ha prodotto un lodo parziale e un lodo definitivo, a cui ha fatto seguito il riconoscimento del relativo debito fuori bilancio, entrambi impugnati dal Comune di Napoli. Rinviato a giudizio il 13 novembre 2024. La Corte di Appello ha disposto la sospensione parziale del lodo, con crediti parzialmente esigibili da patte di Agorà per 14,3 milioni. Nelle more, è stata concordata con tale società una rateizzazione del debito, la cui prima rata è già stata pagata. Successivamente Agorà ha proposta la definizione transattiva del contenzioso".

Sulla transazione ci sono già il parere favorevole dell'avvocatura comunale e il nullaosta a procedere del servizio pianificazione urbanistica attuativa. Adesso bisognerà capire che fine faranno i suoli che si trovano a ridosso del Centro Direzionale, a poche centinaia di metri dal Rione Luzzatti, reso famoso dai romanzi e dalla fiction de L'Amica Geniale di Elena Ferrante.

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