Il calciatore Bruno Petrone pugnalato per vendetta, l’ipotesi investigativa sul 18enne aggredito a Chiaia

Il giovane calciatore Bruno Petrone potrebbe essere stato accoltellato per vendicarsi di un vecchio litigio avvenuto negli scorsi giorni all'Arenaccia, il quartiere nel quale abitano sia la vittima che i presunti aggressori. È questa la pista di indagine degli investigatori nella vicenda che ha visto coinvolto l'atleta 18enne, vittima di un'aggressione avvenuta nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 dicembre scorsi in via Bisignano a Chiaia, la zona dei baretti. Petrone gioca come centrocampista nell'Angri, nel campionato di Eccellenza, dopo aver militato per diversi anni nel Sorrento in serie C: è considerato una promessa del calcio. La prima cosa che ha chiesto alla mamma in ospedale è stata: "Quando potrò tornare a giocare?". "Tornerà a giocare, è un leone", ha risposto la madre Dorotea ai compagni dell'Angri Calcio che sono andati a trovarlo in ospedale.
Oggi l'udienza di convalida per i 5 minorenni
Sabato scorso, il ragazzo è rimasto vittima di una brutale aggressione. Cinque minorenni, tra i 15 e i 17 anni, a bordo di due scooter avrebbero incrociato il suo gruppo nei pressi dei baretti di Chiaia. Ne sarebbe nato un litigio per futili motivi, forse uno sguardo di troppo, qualche battuta provocatoria, che sarebbe degenerato in aggressione. Il 18enne sarebbe stato ad un certo punto assalito e accoltellato, restando gravemente ferito. Attualmente è ricoverato presso l'Ospedale San Paolo di Fuorigrotta. Dopo l'intervento chirurgico, è considerato fuori pericolo. Le sue condizioni sono in miglioramento. Per l'aggressione il più piccolo del gruppo, un ragazzino di 15 anni, ha confessato. A casa sua è stato trovato il coltello che sarebbe stato utilizzato. Tutti e 5 i ragazzi sono incensurati e non hanno legami con la camorra.
L'ipotesi investigativa: accoltellato per vendetta
Sulla vicenda sono in corso le indagini della magistratura. Quattro minorenni sono stati fermati con l'accusa di tentato omicidio, mentre un quinto è stato denunciato in stato di libertà. Oggi, lunedì 29 dicembre, è fissata l'udienza di convalida. L'ipotesi investigativa sul movente è che possa essersi trattato di un regolamento di conti per vendicare un presunto vecchio affronto. Vecchie ruggini che si sarebbero riaccese dopo un ulteriore diverbio avvenuto un paio di settimane fa. Motivi futili, insomma. Il gruppo dei 5 ragazzi (il 15enne e quattro di 17 anni) sarebbe incappato per caso nella comitiva di Petrone. I cinque minori si sono costituiti nella serata di sabato e il pm della procura minorile li ha interrogati a lungo prima di emettere i fermi.
Il 15enne si è presentato accompagnato dall'avvocato Vincenzo Maiello, e si è scusato per l'accaduto, ha confessato di aver nascosto a casa il coltello, che poi è stato sequestrato dai carabinieri. Dovrà rispondere anche di porto abusivo di arma da taglio. Le indagini adesso dovranno chiarire l'esatta responsabilità di tutte le persone coinvolte nell'aggressione. Il Prefetto di Napoli, Michele Di Bari, intanto, ha rafforzato la vigilanza sulle zone della movida di Napoli, in vista dei festeggiamenti di Capodanno.