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Gino Sorbillo e la pizza all’ananas, mossa di marketing nella competizione agguerrita fra pizzerie di Napoli

La pizza ananas di Gino Sorbillo fra puristi, turismo e soprattutto marketing in un settore agguerrito. Il prossimo passo quale sarà? Ketchup al posto della passata di pomodoro?
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Sorbillo presenta la sua pizza ananas
Sorbillo presenta la sua pizza ananas

Il pizzaiolo napoletano Gino Sorbillo, titolare del brand omonimo, negli ultimi giorni del 2023 ha presentato la sua pizza all'ananas, inserita nel menù dei suoi locali a Napoli e fuori città.

Di pizze ormai ce n'è una per ogni palato, per ogni vulìo: da quella al lardo di Colonnata a quella al prosciutto Pata Negra fino al dessert, spalmata di Nutella Ferrero. Dunque, di che stupirsi? È che Sorbillo, 50 anni nel 2024, una vita completamente votata alla pizza napoletana tradizionale (ha iniziato a lavorare a 9 anni con la zia Esterina, cui è dedicato il locale specializzato in fritte), è stato considerato per anni l’ambasciatore della pizza napoletana nel mondo.

La storia di Gino Sorbillo nel mondo dei pizzaioli napoletani

Sorbillo ha tenuto banco sulla pizza napoletana negli anni Novanta e inizio Duemila quando non c'era il disciplinare Stg (specialità tradizionale garantita) con le regole storiche e consolidate messe nero su bianco. Ed è stato, insieme ad altri suoi colleghi, in prima linea per il riconoscimento Unesco della pizza patrimonio dell'umanità, in quanto elemento di identità culturale della città di Napoli attraverso l'arte dei pizzaiuoli, riconoscimento arrivato nel 2017.

Dunque che il "telepizzaiolo" (come lo chiama qualcuno con un pizzico di polemica, vista la sua mediaticità) abbia detto sì alla "pizza pineapple", considerata da sempre l'opposto della tradizione, è a suo modo una piccola ma significativa notizia nel mondo del food partenopeo.

E così, con un video sui suoi canali social, il pizzaiolo ha presentato la pizza con la frutta sudamericana (diversa dalla già nota "hawaiana" che prevede anche il prosciutto cotto) e poi avverte chi lo segue, prevedendo le reazioni accesissime: «Ragazzi non vi scatenate, non mi fate nero. Io sono legato alla tradizione però voglio provarla…». Egli in realtà sa invece bene che l'effetto commento e polemica scatta praticamente in automatico.

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La storia di Sorbillo sui media

Perché non è uno sprovveduto e al tal proposito giova un quadro di contesto: Gino Sorbillo è il pizzaiolo che ha inventato la pizza scritta. È quella che, come le torte di compleanno, lancia un messaggio: un nome, uno slogan, un ringraziamento e perfino una polemica.

Ha usato tante volte questa modalità con tanto di foto pubblicate su giornali, trasmesse in tv e oggi postate sui social: dall'arrivo di un vip in pizzeria alla polemica con Flavio Briatore che qualche anno fa aveva proposto la sua pizza-biscotto.

Dunque il pizzaiolo dei Tribunali sa benissimo come funziona il mondo dei media, oggi più di prima sensibile, causa social network, alla polarizzazione e allo scontro su temi come il cibo, l'argomento-cardine a Napoli, insieme alle gioie e ai dolori del calcio.

Le pizze napoletane e il turismo straniero

«E con che faccia criticheremo ora gli americani?» si chiede un "sorbilliano" su Instagram? In realtà è cambiato tutto: ora non serve più contestare, serve accontentare.

Il turismo americano è tornato ad essere quello che Pino Daniele cantava alla fine degli anni Ottanta («‘O ‘mericano tene ‘e sorde e nun se po' caccià' /  ‘o ‘mericano è ‘na sacca sicura», l'americano ha i soldi non si può cacciar via, è una fonte sicura di guadagni) dunque già da tempo la ristorazione napoletana ha iniziato a strizzare l'occhio a richieste eccentriche e fuori dalla tradizione, com'è accaduto ad esempio in Penisola Sorrentina e in Costiera Amalfitana.

A Napoli poi c'è una competizione ormai quotidiana sui social network, sui media e a suon di aperture di filiali, tra le pizzerie dai nomi storici. E Sorbillo non è più l'unica star delle pizze a presenziare in tv e sul web.

«Se non mi credete venite qui a provarla, nel centro storico di Napoli», invita. E in effetti è possibile che la pizza sia ottima, così come è buono il poke, il piatto hawaiano con ananas, riso sushi e pesce crudo. Resta la rimozione di un tassello della tradizione a scopo marketing e turistico.  Wurstel e patatine già esistono da tempo, c'è l'orribile panna e mais, ora la pizza ananas. Il prossimo passo quale sarà? La salsa ketchup al posto della passata di pomodoro?

Tutto è possibile, del resto il menu è ampio e offre scelta incredibilmente vasta. Resta a imperitura memoria il commento di uno dei clienti: «Caro Gino io ti stimo… ma in questo momento me vene a chiagnere».

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