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Gabriel Zuchtriegel: “Vorrei che i turisti si fermassero a Pompei più di un giorno, a Napoli un pezzo di cuore”

Il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, è stato al fianco di Alberto Angela per la realizzazione dello Speciale Meraviglie – Pompei le nuove scoperte, che andrà in onda su Rai 1 lunedì 27 maggio alle 21:35: “Napoli è la Pompei che è sopravvissuta. Vorrei che i turisti si fermassero da noi più di una notte dopo aver visitato gli Scavi, così da scoprire la bellezza di altri paesaggi, dai Monti Lattari fino al Vesuvio”.
A cura di Eleonora D'Amore
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Il direttore del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel, è stato al fianco di Alberto Angela per la realizzazione dello Speciale Meraviglie – Pompei le nuove scoperte, che andrà in onda su Rai 1 lunedì 27 maggio alle 21:35. Il documentario mostrerà in anteprima ai telespettatori anche alcune affascinanti scoperte mai filmate prima e l'unicità del programma sarà la particolare tecnica di ripresa utilizzata: un unico piano sequenza, lungo due ore e dieci minuti, che attraversa il Parco Archeologico di Pompei seguendo il divulgatore nella sua esplorazione senza alcuno stacco né interruzione pubblicitaria. Fanpage.it ha raggiunto il direttore Zuchtriegel per capire il valore mondiale del noto sito archeologico e l'impatto sul boom turistico a Napoli degli ultimi anni.

Sappiamo che in questo nuovo viaggio a Pompei ci sarà occasione di vedere nuove scoperte. Ci racconta quelle che più l'hanno entusiasmata?

Molto difficile dire perché in questo momento che oserei definire storico, a Pompei si sta scavando su un'area mai raggiunta negli ultimi 60 anni. Sono tanti i cantieri sia dentro la città sia fuori. Ed è un bellissimo segnale che RAI Servizio Pubblico e Alberto Angela stanno documentando questo momento storico degli scavi. Vediamo di tutto dalla vita dei più umili alle le vittime nel disperato tentativo di scappare dalla dall'eruzione del Vesuvio fino alla bellezza più assoluta di affreschi, fino ai disegni dei bambini sui muri, che sono molto toccanti perché ecco possiamo riscoprire attraverso loro anche il bambino dentro di noi.

Scegliere di fare eccezionalmente questo viaggio negli scavi con Alberto Angela e le telecamere della Rai è il frutto di un ragionamento sulla potenza e la qualità di un prodotto destinato anche all'estero?

Sicuramente è una cosa unica però forse non rimarrà unica. Infatti noi abbiamo già ragionato sul fare altre puntate, sul raccontare tutto quello che si fa a Pompei, dagli scavi, dalle ricerche fino al restauro, l'accessibilità al pubblico per far capire che l'archeologia, e questo non è solo un bell'oggetto in una vetrina, in un museo, ma è il lavoro che sta dietro e che ci aiuta a capire anche forse, le difficoltà che a volte troviamo nella nostra vita quotidiana quando c'è il cantiere della metropolitana e quando si bloccano i lavori perché ci sono questi reperti archeologici. Allora capire l'enorme valore per la nostra società, per la nostra storia che emerge quotidianamente non solo a Pompei ma in tutta Italia, dagli scavi archeologici.

Pompei è uno dei siti archeologici più visitati in Italia e nel mondo. Cosa significa dirigere una struttura del genere, quali sono gli obiettivi che si è dato per renderla ancora più fruibile e frequentata?

Significa lavorare in squadra, con il Ministero e con tutto il territorio. Significa porre attenzione anche sugli altri siti. Non c'è solo Pompei, lo dobbiamo sempre ricordare. C'è un territorio antico della città, un territorio agricolo con delle ville, fattorie, villaggi, campi e coltivazioni. Anche questo fa parte della storia di Pompei e noi siamo molto impegnati a far scoprire a chi viene a Pompei tutta questa ricchezza del territorio antico e della cultura diffusa nel paesaggio vesuviano.

In che modo questo può aiutare il turismo?

Speriamo che questo aiuti anche al turismo di diventare un po più slow spesso abbiamo il fenomeno che le persone vengono a Pompei forse in una giornata ecco vorremmo arrivare a una situazione dove le persone dormono forse una notte due notti e scoprono dai Monti lattari fino al Vesuvio fino a Napoli, tutto un paesaggio unico che merita di essere visitato.

Ci spiega perché ogni scoperta che avviene a Pompei porta così entusiasmo e interesse in tutto il mondo, non solo in Italia?

Pompei è la capitale dell'archeologia in un certo senso. Non solo perché è un sito così vasto, così ben conservato, dove possiamo trovare i disegni dei bambini di 2000 anni fa, la pentola sul fuoco, il pane, le vittime nel momento della loro agonia. Dunque anche elementi molto toccanti che ci mettono in contatto diretto con le persone che hanno vissuto questa stagione, ma anche perché attraverso la storia degli scavi che inizia il 23 marzo 1748 con una lettera che al QPR l'ingegnere scrive al Re e dice Ho sentito in quell'area ci sono dei rinvenimenti, vorrei portare la metà degli operai che stanno ad Ercolano lì per vedere un po. Questo è l'inizio. Oggi siamo ancora lì, abbiamo questa immensa area di scavi, di ricerche, di restauri. E allora tutto questo è un grande un grande valore che bisogna raccontare condividere con il pubblico.

Lei vive a Napoli, che rapporto ha maturato con la città nel corso di questi anni di boom turistico?

Napoli è una città unica dove ho vissuto per anni. Adesso vivo in provincia di Salerno, però uno si innamora di Napoli e poi un pezzo del cuore rimane sempre lì. È una città che ci può anche aiutare a capire Pompei, è la Pompei che è sopravvissuta. È. stata molto vicino come sito al Vesuvio però a differenza di Pompei non ha subito questi danni ed è cresciuta. Quindi andando nel centro storico di Napoli possiamo ancora vedere la griglia della città greca di due millenni e mezzo fa e possiamo vedere come questa città si è evoluta con una ricchissima storia. Storia sociale che si riflette nell'architettura. È la stessa cosa che vediamo anche a Pompei.

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