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Festa Scudetto in piazza a “numero chiuso”: coro di no all’ipotesi del Comune di Napoli

L’ipotesi di una piazza Plebiscita disponibile “su prenotazione e a numero chiuso” per la festa Scudetto del Napoli ha raccolto un coro di no in poche ore.
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Coro di no contro l'ipotesi di una festa scudetto in piazza Plebiscito "a numero chiuso e su prenotazione". Una ipotesi che sta circolando da diverse ore, ma che sta raccogliendo diverse porte chiuse. Il problema però resta attuale: da una parte, l'Amministrazione cittadina che sta pensando a come disciplinare un evento che rischia di diventare incontrollabile; dall'altro, chi invece si dice contrario alle ipotesi di eccessivo "controllo" che filtrano da Palazzo San Giacomo.

Il sindaco Gaetano Manfredi nelle scorse ore era tornato proprio sull'argomento, spiegando che "da un lato ci sarà una festa spontanea, un entusiasmo spontaneo nel quale c'è chiaramente un problema di ordine pubblico ed anche di responsabilità dei cittadini; dall'altro c'è la festa", che a sua volta alla ribalta "il tema dell'ordine pubblico per la gestione degli spazi e degli accessi che è sotto l'egida della Prefettura e della questura". Già nei giorni scorsi erano arrivati "inviti" a festeggiare in maniera consona, senza deturpare soprattutto i monumenti e il bene pubblico e privato.

Ma i recenti casi di tubature idriche distrutte dai festoni incautamente legati ad esse e ad altezza strada (con i camion che, sopratutto di notte, li tranciavano), pali divelti e scritte anche sulle mura antiche della città, hanno fatto suonare un campanello d'allarme, senza contare le scene viste nelle ore precedenti al match contro l'Eintracht di Francoforte, la "caccia" agli olandesi contro l'Ajax e agli scontri in autostrada tra ultras. Da qui l'ipotesi, per ora non confermata, di una festa in piazza Plebiscito "su prenotazione e a numero chiuso". Ma tanto è bastato per ricevere un coro di no.

Consiglieri comunali d'opposizione, tifosi, ma anche altre personalità politiche da sempre legate a Napoli: il parere negativo è apparso praticamente unanime. "La passione e le vittorie non si possono regolamentare con ordinanze e decreti anche perché i napoletani sapranno far convivere la gioia non programmabile, perché stupenda, spontanea, con l'amore profondo che nutrono per la nostra città", ha spiegato l'ex sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, "Solo chi non conosce Napoli può pensare che quelle feste si possano regolamentare magari bacchettando pure con i sermoni, come fece Manfredi dopo la guerriglia con gli pseudo tifosi tedeschi. Invece di spiegare come abbiano fallito nel piano anti violenza", ha aggiunto ancora l'ex primo cittadino partenopeo, "ha apostrofato i napoletani come teppisti dicendogli di non imbrattare Napoli. Tra l'altro, non mi risulta che ci siano mai state durante le feste di passione per il Napoli fenomeni di tipo vandalico. E dipendesse da me non vieterei tamburi e bandiere al Maradona".

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