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Elezioni amministrative Napoli 2021

Elezioni comunali, Innocenti (Manfredi Sindaco): “Napoli riparte dall’innovazione sociale”

Insegnante, cittadina di Scampia, lavora in un liceo di Chiaia, Sabrina Innocenti è tra gli esponenti della società civile candidati con Gaetano Manfredi. Ideatrice e promotrice di diversi festival cinematografici ha già lavorato nelle istituzioni: “Elevare il livello culturale della città significa creare occasioni di crescita anche economica”. L’impegno per la città: “La società civile ha le stesse responsabilità della politica, siamo tutti responsabili sullo sviluppo della città”.
Intervista a Sabrina Innocenti
candidata nella Lista Manfredi Sindaco
A cura di Antonio Musella
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La società civile, quella del mondo delle professioni, della cultura, il mondo della formazione, è stata al centro della lunga campagna elettorale per le elezioni amministrative per il Comune di Napoli del 3 e 4 ottobre prossimo. Gaetano Manfredi, candidato Sindaco del centrosinistra, già rettore e Ministro, ha strutturato la sua lista civica "Manfredi Sindaco" proprio intorno al mondo della cultura, della scuola e dell'università e delle professioni. Notai, avvocati, docenti universitari, ma anche chi ha un'esperienza diretta di cosa significa la parte di Napoli più difficile e di come intraprendere dal basso percorsi di emancipazione e riscatto. E' il caso di Sabrina Innocenti, docente di inglese al Liceo Umberto I di Napoli, nel quartiere di Chiaia e residente a Scampia dove è nata e si è formata. Presidente dell'associazione "Ecole du Cinema" è gli educatori più attivi nell'area nord di Napoli ed in tutta la città. Promotrice di importanti progetti finanziati dal MIUR e dal MIBACT che hanno visto come protagonisti gli studenti napoletani, è gli ideatori e promotori del Nazra Palestine Short Film Festival, è stata per due anni assessore alla cultura e alla scuola della VIII Municipalità. Ora è candidata al Comune di Napoli nella lista "Manfredi Sindaco" e con lei abbiamo voluto affrontare alcuni dei temi centrali della città.

Lei vive a Scampia e lavora a Chiaia, vive a cavallo delle due facce della città. Qual è l'intervento più urgente per ridurre le distanze tra le due Napoli?

L'intervento più urgente è ristabilire la connessione tra le municipalità con una politica sistemica capace di progettare interventi in ogni area della cintura metropolitana. La distanza non è solo tra Chiaia e Scampia, questo è solo uno dei corridoi di osservazione, la distanza è diffusa. Tutte le municipalità più periferiche risentono di mancanza di interventi strutturali, dall'edilizia alla viabilità per finire con la mancanza di progettazione culturale e sostegno al welfare locale. Il gap è soprattutto rappresentato dalla incapacità pluriennale di fare sviluppo policentrico e polifunzionale. La distanza si colma con la comunicazione, con la progettazione integrata e con la valorizzazione delle municipalità tutte e la messa in rete delle funzioni espresse da tutta la cintura metropolitana.

La sua storia personale è votata al lavoro culturale sui territori, secondo lei in che modo l'investimento sulla cultura può aiutare i drammi sociali della città?

L'investimento sulla cultura è l'unico modo per investire nel futuro. Elevare il livello culturale della città significa creare occasioni di crescita anche economica, lo ha affermato anche il Ministro Franceschini nella visita recente a Napoli, con la cultura si possono creare occasioni di lavoro, di sviluppo economico e di crescita educativa. Si può promuovere un welfare di prossimità. La cultura è l'unico vero motore di sviluppo locale e il mio auspico è che a partire dalla cooperazione tra reti di scuole e Università, sia possibile sviluppare quei poli attrattivi di cinema, teatro e musica che ancora stentano a decollare in molte aree della città. I bandi sul cinema per la scuola a cui lavoro hanno dato occasione economica ad alcune scuole della città, ed hanno messo in moto energie e giovani professionalità del settore che altrimenti non avrebbero lavorato durante la pandemia. Ci sono tantissime opportunità economiche che restano disattese per l'incapacità delle istituzioni di rendere accessibili le informazioni e la formazione su alcuni segmenti.

Lei fa parte della società civile candidata con Manfredi, pensa che proprio questa parte di città abbia fatto tutto ciò che poteva in questi anni per migliorare la città?

La mia storia personale è un esempio, perché se oggi sono una insegnante e al contempo una organizzatrice di Festival di cinema e una operatrice culturale lo devo alla mia formazione e allo sguardo verso gli standard europei a cui mi ispiro con attenzione e impegno.
La società civile ha le stesse responsabilità della politica di partito, siamo tutti responsabili di un mancato sviluppo della città. È sempre alta la competizione a cui ci ha abituato la logica liberista, mentre secondo me bisognerebbe lavorare sulla cooperazione, sugli assets strategici e ritrovare un nuovo slancio. La società civile può fare moltissimo per ridare alla politica il valore e le competenze necessarie che servono ad attuare i programmi. Io sono candidata in una lista civica per questo, perché credo di rappresentare quella parte della società che pur non avendo un ruolo istituzionale si sente investita lo stesso da una grande responsabilità, quella di contribuire al bene comune. L'auspico è che cresca il senso di appartenenza e di cura per la città, e che la società civile sia più capace di costruire sinergie partecipative e attive. Promuovere l'empowerment diffuso in città è necessario, perché c'è tanta disillusione, tanta amarezza, tanta sfiducia nelle istituzioni e nella politica. Ricominciamo anche da qui, a socializzare di più, nei condomini come nei luoghi di lavoro perché la città ha bisogno di tutti noi.

Manfredi ha detto di voler intervenire sulla dispersione scolastica, dopo 2 anni di pandemia, lei che tipo di intervento si aspetta?

La disperazione scolastica non è solo un problema legato al mondo scuola, è lo specchio di uno stato sociale sociale sofferente. Dietro un bambino che non va a scuola c'è una famiglia che ha bisogno di aiuto. C'è bisogno di prossimità al cittadino, per questo ho sottolineato l'importanza della maggiore autonomia delle municipalità, perché per sostenere le famiglie e ridurre la dispersione scolastica c'è bisogno di cura, di medici di base, di servizi all'infanzia, di servizi agli anziani. Tutelare il welfare è il primo obiettivo per una città che voglia proiettarsi nel mondo. Siamo ancora molto lontani dagli standard di qualità della vita di tipo europeo. Una famiglia che soffre, non riesce a sostenere i figli nella prosecuzione degli studi. Investire nel welfare significa anche ridurre la dispersione scolastica. In pratica c'è veramente da ricominciare!

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