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Morta Maria Vittoria Prati, la ricercatrice CNR sull’auto esplosa a Napoli, in tangenziale

La donna, 66 anni, è deceduta dopo 4 giorni di ricovero all’ospedale Cardarelli di Napoli. Ancora grave Fulvio Filace, il tirocinante di 25 anni che si trovava nell’auto ibrida che è esplosa.
A cura di Valerio Papadia
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Maria Vittoria Prati
Maria Vittoria Prati

Non ce l'ha fatta Maria Vittoria Prati, la ricercatrice del CNR rimasta coinvolta nell'esplosione di un'auto ibrida, un prototipo ibrido alimentato a benzina ed energia solare, sulla Tangenziale di Napoli, lo scorso 23 giugno: la donna, 66 anni, è morta oggi, lunedì 26 giugno, dopo quattro giorni di ricovero al Reparto Grandi Ustionati dell'ospedale Cardarelli. Le condizioni di Maria Vittoria Prati erano apparse subito gravissime: la 66enne presentava ustioni sul 90% del corpo. Restano gravi le condizioni di salute anche di Fulvio Filace, laureando in Ingegneria Meccanica all'Università Federico II di Napoli e tirocinante presso il Cnr: il 25enne, proprio nella giornata odierna, è stato sottoposto a un intervento chirurgico, che è durato diverse ore.

La Procura indaga sull'incidente: sequestrato veicolo "gemello"

Proprio oggi, la Procura della Repubblica di Napoli ha aperto una inchiesta sull'incidente: le indagini sono affidate alla Polizia Stradale. Gli inquirenti hanno sequestrato un'automobile gemella a quella esplosa venerdì scorso sulla Tangenziale di Napoli: si tratta di un prototipo Volkswagen Polo, come detto, alimentato a benzina ed energia solare.

L'incidente si è verificato nel pomeriggio di venerdì 23 giugno. Maria Vittoria Prati, ricercatrice con esperienza trentennale e Fulvio Filace, studente tirocinante, stavano viaggiando a bordo del prototipo sulla Tangenziale di Napoli, in direzione Pozzuoli quando, poco dopo lo svincolo di Corso Malta, l'automobile è improvvisamente esplosa. Il 25enne, che era alla guida, è stato sbalzato all'esterno della vettura, mentre Maria Vittoria Prati è rimasta nell'abitacolo, che è stato avvolto dalle fiamme, riportando le ustioni gravissime a causa delle quali, purtroppo, è deceduta.

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