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Detenuto si fa inviare colomba di Pasqua col ripieno speciale: un panetto di hashish

Un dolce pasquale è stato sequestrato nel carcere di Poggioreale: era farcita con un panetto di hashish. Lo stratagemma scoperto dal cane poliziotto Spike.
A cura di Nico Falco
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Immagine di repertorio
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Poteva sembrare un regalo in ritardo, in realtà era soltanto l'ennesimo stratagemma per far arrivare la droga dietro le sbarre: in una colomba pasquale sequestrata nel carcere di Poggioreale, a Napoli, il ripieno non era né di crema né di cioccolato, ma di hashish. A scoprire il nascondiglio è stato il cane poliziotto Spike, agente a quattro zampe della Polizia Penitenziaria, che grazie al suo fiuto è riuscito a intercettare il dolce tra i pacchi destinati ai detenuti nel padiglione Livorno.

Oltre al panetto nascosto nella colomba pasquale, il cane ha fatto rinvenire anche altre dosi che erano state infilate in confezioni di deodoranti stick. A rendere noto il ritrovamento è Tiziana Guacci, segretario regionale per la Campania del Sindacato autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), che aggiunge:

L'operazione è stata eseguita dal personale di polizia penitenziaria, coordinato dal vicecomandante di Reparto, Savina D'Ambrosio, in collaborazione con le unità cinofile e il cane Spike. Un plauso al personale di Napoli Poggioreale che, nonostante un grave sovraffollamento e la grave carenza di organico, riesce a garantire la legalità.

Per Donato Capece, segretario generale dello stesso sindacato, sarebbe opportuno collocare i detenuti con problemi di tossicodipendenza in altre strutture, dove potrebbero ricevere cure adeguate:

Dai dati in nostro possesso sappiamo che quasi il 30% delle persone, italiane e straniere, detenute in Italia, ossia uno su tre, ha problemi di droga. La loro presenza comporta da sempre notevoli problemi sia per la gestione di queste persone all'interno di un ambiente di per sé così problematico, sia per la complessità che la cura di tale stato di malattia comporta. Non vi è dunque dubbio che chi è affetto da tale condizione patologica debba e possa trovare opportune cure al di fuori del carcere e che esistano da tempo dispositivi di legge che permettono di poter realizzare tale intervento. Questa potrebbe essere la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l'ingresso di sostanze stupefacenti.

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