De Luca su Gaza: “È genocidio. Difendere la linea di due popoli, due Stati”

Quello che sta accadendo a Gaza "è più che un genocidio", e "solo i tanti azzecca garbugli che abbiamo in Italia possono immaginare che di fronte a ciò che sta succedendo dobbiamo tagliare il pelo in quattro", perché "che altro è se si massacra un popolo?". Lo ha detto Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, a margine della manifestazione per Gaza in piazza San Giovanni, a Roma.
"Ho trovato tante persone – ha proseguito De Luca – che per un anno sono state in letargo, non hanno aperto bocca quando noi stavamo a piazza Plebiscito con 50mila giovani a chiedere il cessate il fuoco. Meglio tardi che mai, ci sono voluti 60mila morti, 30 mila bambini massacrati prima di risvegliare un po' di coscienza umana prima che civile e democratica".
Successivamente De Luca ha pubblicato un post su Facebook ritornando sulla questione:
Abbiamo portato, oggi, alla manifestazione a Roma, due immagini insieme: i bambini massacrati a Gaza, dove è in atto un genocidio, e Yitzhak Rabin, il presidente israeliano che fu assassinato per aver voluto un accordo di pace coi palestinesi. È necessario difendere fino in fondo la linea dei due stati e due popoli, esattamente quello che sta cancellando quel criminale di guerra di Netanyahu.
Il terzo mandato in Campania
In merito alla questione del terzo mandato, e quindi alla possibilità di ricandidarsi in Campania, De Luca ha glissato alle domande sulla possibilità di un incontro con Elly Schlein dopo l'apertura del Governo: "Lei arriva tardi, ho appena distribuito i sacramenti, virtuali. Siate cristiani praticanti, o cristiani assunti. Siamo alla vigilia di domenica, siamo davanti a santa Maria maggiore, pensate alle cose serie. Pentitevi!".
L'uso del termine genocidio per Gaza
L'utilizzo del termine "genocidio" è una delle questioni più divisive sulla guerra di Gaza: letteralmente indica la "sistematica distruzione di una popolazione, una stirpe, una razza o una comunità religiosa" (dal dizionario Treccani) e c'è quindi un dibattito se possa o meno essere applicato alla questione che riguarda la Palestina e Israele. Secondo la definizione contenuta nella Convenzione del 9 dicembre 1948 (ripresa dallo Statuto della Corte penale internazionale, nell'articolo 6) va inteso come genocidio qualunque atto posto in essere col preciso obiettivo di distruggere, in tutto o in parte, un gruppo etnico, razziale, nazionale o religioso.