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Da “chiudo tutto” a “decide il governo”: perché De Luca ha cambiato idea sul lockdown

Nel giro di dieci giorni De Luca ha cambiato completamente linea: da fautore del lockdown in Campania, ora attende i provvedimenti nazionali senza differenziazioni territoriali. Ma come mai il governatore ha cambiato idea? La risposta a questa domanda riguarda quanto visto nelle zone rosse disposte in regione, in particolare Arzano, nel Napoletano.
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Venerdì 23 ottobre Vincenzo De Luca si collega via web per la solita diretta social sul Coronavirus in Campania. E annuncia di aver chiesto il lockdown nazionale e che la sua regione, voglia o no il governo nazionale, andrà avanti per quella linea. Siamo arrivati a domenica 1 novembre e il presidente della Regione Campania ha cambiato radicalmente idea. «Serve muoversi in maniera unitaria; differenziazioni territoriali porterebbero a reazione diverse, in Campania non sarebbero capite e sono improponibili» dichiara oggi, durante l'incontro con i ministri e le altre regioni italiane.

De Luca ha cambiato idea e fin qui rientra nel novero di una legittima rivalutazione del quadro cogente di provvedimenti da adottare. Ma come mai il governatore ha cambiato idea sul lockdown? Per rispondere a questa domanda bisogna spostarsi da Napoli (e da Salerno) e andare in provincia, esattamente ad Arzano, nel densamente popolato comune dell'area Nord di Napoli proclamato zona rossa e dimostratosi un totale fallimento in termini  di controlli e di indagine epidemiologica. Arzano si è rivelato essere una fetta di gruviera in merito ai controlli: addirittura ci sono stradine sterrate (una è stata scoperta dai carabinieri) che bypassano i controlli e consentono collegamenti tra la fitta rete di paesoni dell'hinterland Nord. Ad Arzano pochissimi hanno preso parte all'indagine epidemiologica: nessuno vuol fare il tampone (5mila su quasi 34mila abitanti) e i motivi andrebbero indagati a fondo. Non è come Mondragone o Ariano Irpino all'inizio della pandemia. Ora se si chiudono fette di territorio  il rischio flop è altissimo, come lo è quello delle rivolte di piazza. E De Luca lo sa.

De Luca lo sa e siccome è stato già politicamente impallinato sulla scuola, cerca di non farsi ancora male. I controlli già scarseggiano oggi con un coprifuoco in atto, figuriamoci con un mini lockdown territoriale:  «La logica dei singoli territori – afferma il governatore – non ha senso perché l'epidemia è diffusa;  i livelli di controllo non esistono. Il 60% dei positivi in Campania erano in area metropolitana di Napoli (Asl 1 2 3); è stata vietata la mobilità tra comuni ma non ci sono i controlli; abbiamo alcune zone rosse ma abbiamo deciso con i prefetti di presidiare le zone centrali».

La giusta locuzione latina è obtorto collo: malvolentieri il governatore decisionista deve attendere il governo; giocoforza l'uomo del lanciafiamme e del plutonio potrà sbottare e borbottare ma chinerà il capo al provvedimento di Palazzo Chigi. Del resto con una domenica come quella di oggi, 3.860 contagi su 21.785 i tamponi conviene non creare ulteriori fronti polemici: è chiaro che la situazione in Campania è ad un passo al tracollo.

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