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Crollo cimitero a Poggioreale, si cercano i morti “senza nome”: possibili test del Dna ai parenti

Fermi i lavori di avanzamento della metropolitana, operai impegnati nella messa in sicurezza.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Si lavora per rimuovere le macerie e per identificare le salme al cimitero di Poggioreale dopo il crollo della palazzina delle congreghe di San Gioacchino e dei Dottori Bianchi, il 5 gennaio scorso. Oltre 300 i loculi andati distrutti. In queste ore gli operatori delle congreghe stanno raccogliendo i dati dei familiari per il successivo riconoscimento, attraverso i numeri di telefono messi a disposizione. Il problema riguarda soprattutto i possibili "morti senza nome", cioè quelle salme per le quali è più difficile il riconoscimento perché si sono smarrite o sono andate distrutte le boccette di carafina inserite nelle casse, che contengono l'identificativo della salma. In questo caso, non è escluso che possano essere fatti test del Dna ai parenti, una tecnica già usata l'anno scorso nel crollo del cimitero di Camogli, in Liguria.

La zona del crollo adesso è sotto sequestro della Procura della Repubblica di Napoli che si sta occupando dei lavori di rimozione dei detriti – resterà interdetta almeno fino al 19 gennaio, salvo proroghe – mentre i carabinieri della scientifica del Racis lavorano per ricostruire le dinamiche del crollo e aiutare nell'identificazione delle salme. A franare per prima sarebbe stata la stanza detta della "Tammarella", sul piano porta, crollata su sé stessa.

Possibile test del Dna ai parenti dei defunti "senza nome"

Il riconoscimento dei corpi al cimitero avviene di solito tramite la carafina, una boccettina che viene messa all'interno delle casse o del sudario al momento dell'inumazione e che contiene un bigliettino con il numero del defunto e il numero di croce, corrispondente al registro del Comune, con le indicazioni di quando il corpo è stato interrato. Anche se la maggior parte delle casse sembra essere rimasta intatta. Il problema è che con il crollo molte casse sono andate distrutte, i sudari si sono aperti e le boccette di carafina in alcuni casi si sono sparse o perse.

Non è escluso che se non si dovesse risalire all'identificazione tramite carafina, possa essere richiesto ai familiari dal medico legale il test del Dna, come è stato fatto lo scorso anno al cimitero di Camogli, in Liguria, per un caso simile. Lì una parte del camposanto era crollata a mare, trascinando con sé le casse. Il Comune, proprietario dei suoli dove sorgono le congreghe della Curia, d'intesa con quest'ultima e con gli Enti Titolari del censimento dei loculi, è impegnato a garantire assistenza alle famiglie dei defunti rimasti coinvolti dal crollo al cimitero di Poggioreale. Di seguito il contatto delle Arciconfraternite utile a reperire le necessarie informazioni: 0815516753; dalle ore 9 alle 17.

Fermi i lavori di avanzamento della metro

Quando inizieranno i lavori di ripristino al cimitero? Non prima del dissequestro dell'area da parte della Procura. Il cantiere della metropolitana, dove il 5 gennaio è avvenuto l'allagamento che poi avrebbe portato al crollo, non è stato sequestrato. Al momento continuano le operazioni di messa in sicurezza per tenere sotto controllo la situazione. Interrotto al momento l’avanzamento del tunnel, che comunque era quasi concluso. Ora tutto è concentrato sulla sicurezza e sul controllo dell’ingresso dell’acqua. Da oggi, 10 gennaio 2022, intanto, nel cimitero – nella parte non sequestrata – sono riprese le operazioni cimiteriali nelle cappelle, con l'entrata e uscita di resti mortali, esumazioni, inumazioni e tumulazioni.

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