Crollo al cimitero di Napoli nel 2022, i resti dei defunti non torneranno a Poggioreale

A tre anni di distanza dal crollo al cimitero di Poggioreale del 5 gennaio 2022 delle cappelle dei Dottori Bianchi e di San Gioacchino, le salme saranno trasferite altrove: dove andranno.
A cura di Pierluigi Frattasi
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Non torneranno nel cimitero di Poggioreale i resti dei defunti coinvolti nel crollo delle cappelle di San Gioacchino Sopramuro e dei Bianchi dei Dottori, avvenuto il 5 gennaio 2022. Oltre cento salme che si trovavano nei loculi e nelle nicchie precipitarono al suolo e in molti casi si dispersero, a causa del collasso delle due palazzine. Le operazioni di recupero iniziarono dopo molti mesi, a novembre 2022, ed è iniziata una scrupolosa e complicata opera di catalogazione e identificazione.

Dove andranno le salme dei defunti del crollo del 5 gennaio 2022

Dove andranno quindi le bare dei defunti coinvolte nel crollo? Adesso, il Comune di Napoli, in virtù di un accordo con la Curia, ha disposto il trasferimento presso il cimitero di Ponticelli delle bare contenenti i resti mortali delle persone recuperate a seguito dal crollo verificatosi la notte tra il 4 e il 5 gennaio 2022 presso il cimitero di Poggioreale ed identificate. "Entro il 15 giugno 2025 – si legge nella disposizione del Comune di Napoli – i familiari che sono interessati alla traslazione presso i loculi resi disponibili dalla Curia nel cimitero di Ponticelli, delle bare contenenti i resti mortali delle persone recuperate ed identificate, dovranno presentare istanza da parte del parente più prossimo al concessionario del loculo crollato, con indicazione del numero della cassa, il nome del defunto ed il grado di parentela".

Le indagini per identificare i resti mortali

Il crollo avvenne nella notte tra il 4 e il 5 gennaio 2022 e fu legato, secondo le prime ricostruzioni, ai lavori della metropolitana Linea 1, per la quale si stava costruendo la nuova stazione nell'emiciclo di Poggioreale. Lavori poi sospesi a seguito dell'indagine della Procura. Il Comune, per il recupero delle centinaia di salme, dovette installare, in collaborazione con i vigili del fuoco, delle gru di 40 metri di altezza. Mentre fu allestita una tensostruttura presso la Chiesa Madre per l’accoglienza temporanea dei resti mortali recuperati. Oltre 100 salme furono identificate subito perché si trovavano in urne cinerarie o all’interno del lenzuolo dove c'era anche la bottiglietta di carafina, quella che contiene tutti i dati del defunto e che accompagna la salma. Altre decine di resti mortali, però, non avevano le boccette e per questi sono stati condotti anche test del Dna.

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